Perché è stata costruita la cascata delle Marmore? Con un dislivello complessivo di 165 metri su tre salti, la cascata delle Marmore, che si trova vicino a Terni in Umbria, è una delle più alte d’Europa: deve il suo nome alle rocce simili al marmo sulle quali scorre. Nell’antichità, a causa di alcune formazioni calcaree che intralciavano il flusso del fiume Velino, sotto l’altopiano di Rieti si era formata una palude malsana, il “Lacus Velinus”: nel 271 a.C., quindi, i Romani ebbero l’idea di costruire un canale che facesse precipitare le acque insalubri nella gola del fiume Nera, attraverso il salto naturale di Marmore. Le piene, però, minacciavano direttamente la vicina Terni e, nonostante una lunga disputa in Senato, la questione non fu risolta. Caduto l’Impero d’Occidente, la mancanza di manutenzione portò ad un nuovo impaludamento e il ripristino del canale romano avvenne solo nel 1422. La soluzione definitiva fu messa in opera dall’architetto Andrea Vici, che intervenne sui salti della cascata e le conferì l’aspetto attuale alla fine del ‘700. Tra il XIX e il XX secolo, la portata della cascata delle Marmore venne sfruttata intensivamente per la produzione di energia idroelettrica, che andò ad alimentare le acciaierie di Terni.