Perché “Il nome della rosa” si chiama così? “Il nome della rosa” è il primo romanzo del semiologo italiano Umberto Eco. Pubblicato nel 1980 e vincitore del prestigioso Premio Strega, ha ispirato anche un film con Sean Connery e una serie tv, interpretata da John Turturro; si tratta di un giallo ambientato nel Medioevo, con protagonista un monaco che, da anziano, racconta le vicende e i misteriosi omicidi avvenuti nel 1327 in un monastero in cui lui era novizio. Ma perché “Il nome della rosa” si chiama così? Per anni ci si è interrogati sul significato del titolo del romanzo, soprattutto per via della citazione finale inserita come postilla dallo stesso Eco, ovvero: “Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”, che tradotta in italiano significa “la rosa primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi”. Questa frase, in realtà, è una variazione di un verso del “De contemptu mundi” di Bernardo Cluniacense, monaco benedettino del XII secolo, e recitante, tradotto in italiano, “Roma antica esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi”. Eco ha quindi sostituito Roma con Rosa. Ma a chiarire i dubbi generazionali è stato lo stesso autore. In un’intervista ha smentito le illazioni sul presunto legame tra la sua fatica letteraria e alcuni versi di William Shakespeare, chiarendo che il titolo è esclusivamente legato alla citazione finale, significante che le cose prima o poi non esistono più e lasciano solo parole; esatto opposto quindi di quanto detto dal poeta inglese, che sosteneva che “la rosa sarebbe una rosa con qualunque nome”.