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CURIOSITÀ 17 MARZO 2024

Vermi mutanti a Chernobyl: incredibile scoperta

Alcuni piccoli vermi che si trovano nella zona di Chernobyl sembra non abbiamo riportato alcun effetto dall’esposizione alle radiazioni del disastro avvenuto nel 1986. Contrariamente a quanto si possa credere, questa specie di animali, pur vivendo in un luogo estremamente pericoloso, sarebbe eccezionalmente resistente. La scoperta è di un team di ricerca guidato dai biologi dell’Università di New York che ha sequenziato i genomi di una specie di nematodi raccolta in aree ad alta e bassa radioattività intorno all’ex centrale nucleare, dimostrando che i vermi esposti ad alti livelli di radiazioni ionizzanti non hanno riportato mutazioni nel loro DNA.

Scoperti vermi mutanti immuni alle radiazioni a Chernobyl

Oltre ai lupi mutanti, a Chernobyl sono ora stati scoperti anche questi straordinari piccoli vermi. Gli studiosi hanno appunto osservato che l’esposizione alle radiazioni croniche di Chernobyl non ha danneggiato i genomi dei microscopici vermi. Gli animali selezionati per lo studio appartengono alla specie Oscheius tipulae. I ricercatori hanno analizzato attentamente il genoma di questi vermi, confrontandolo con quelli di esemplari raccolti in altre parti del modo senza tuttavia trovare prove di mutazioni dovute alle radiazioni ambientali.

L’esposizione cronica a radiazioni ionizzanti ha aumentato notevolmente il rischio di mutazioni, cancro e morte nelle specie rimaste nella zona di esclusione, ma stranamente non ha danneggiato il genoma dei piccoli vermi. I ricercatori non sanno però per quanto tempo ciascuno esemplare analizzato sia rimasto nella zona di esclusione, per cui non sono esattamente sicuri del livello di radiazioni a cui è stato esposto ciascun verme. Gli studiosi hanno poi condotto alcuni test sui discendenti di tutti i 20 vermi, esponendoli a diversi mutageni chimici in laboratorio. E sebbene ogni lignaggio avesse un diverso livello di tolleranza, questa resistenza non si è dimostrata maggiore nei discendenti dei vermi di Chernobyl.

Perché questa scoperta potrebbe rivoluzionare la medicina

Il team ha quindi concluso che non esiste prova di un impatto genetico dovuto all’ambiente nocivo della zona di esclusione di Chernobyl sui genomi degli Oscheius tipulae, ma i risultati sono interessanti perché potrebbero aiutare a capire perché alcune persone sono più suscettibili a sviluppare un tumore rispetto ad altre. Gli scienziati infatti hanno individuato quali ceppi di vermi sono più sensibili rispetto al danneggiamento del loro DNA. Usando questi ceppi si può studiare perché individui diversi hanno maggiori probabilità di altri di subire gli effetti degli agenti cancerogeni.

Il modo in cui i diversi individui di una specie rispondono ai danni del DNA è una delle priorità dei ricercatori sul cancro che cercano di capire perché alcuni esseri umani con una predisposizione genetica al tumore sviluppano la malattia, mentre altri no. “Pensare a come gli individui rispondono in modo diverso agli agenti dannosi per il DNA presenti nell’ambiente è qualcosa che ci aiuterà ad avere una visione più chiara dei nostri fattori di rischio”, ha detto Sophia Tintori, autrice principale dello studio che è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Una curiosità, ogni giorno mangiamo cibo radioattivo che in realtà contiene naturalmente una miscela isotopica radioattiva come le banane.

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