Il T-Max di Yamaha, scooter campione di vendite che da quasi vent’anni circola sulle strade italiane ed europee, era stato trasformato nel 2018 in una sorta di MotoGP dalla Lobomotive di Barcellona, noto marchio spagnolo di elaborazioni. Il risultato era uno scooter con una livrea accattivante che portava subito la mente ai bolidi del Motomondiale.
Le immagini, pubblicate sul web diversi anni fa, avevano subito destato clamore tra gli amanti delle due ruote. Che si erano affrettati a congratularsi con i responsabili del progetto, autori di un’idea alquanto ispirata. Avevano puntato in alto, ma la fiducia nei loro mezzi e la passione avevano consentito di dare forma a un esemplare inconfondibile, sogno di qualunque ragazzino (e adulto!).
Sin dalla livrea, hanno curato ogni singolo dettaglio, senza mai fermarsi fino al completamento dei lavori. Il risultato finale è uno spettacolo, capace di solleticare la fantasia degli appassionati, non a caso le immagini fecero il giro del web, accolte da commenti entusiastici.
Indice
Yamaha R1 la “musa ispiratrice”
Grazie alla sua sportività intrinseca, ravvisabile nel motore bicilindrico, nel layout e nella ciclistica, il T-Max era di base molto vicino al mondo delle moto e da sempre oggetto di attenzione da parte dei preparatori. Xavi della Lobomotive di Barcellona si era messo all’opera usando come base di partenza un esemplare del 2012 dotato di motore 530 per trasformarlo, a livello estetico, in una Yamaha R1.
Una delle fasi più impegnative del lavoro per trasformare il TMAX in una sorta di bolide da Motomondiale era stata l’adozione delle ruote da 17 pollici: per utilizzarle, Xavi aveva dovuto modificare le piastre dello sterzo, avanzandole di 40 mm al fine di guadagnare lo spazio necessario a non interferire con il radiatore. Modificata anche la sospensione posteriore dello scooter, mediante una modifica ad hoc di un ammortizzatore YSS.
Lo scooter di Yamaha, Casa giapponese che ha firmato le moto della Polizia Stradale, era stato reso ancora più sportivo con una forcella rovesciata Showa BFF e una coppia di dischi in carbonio da 330 mm e di pinze Brembo GP4RX di derivazione MotoGP utilizzate per comporre l’impianto frenante. Le gomme del TMAX sono state sostituite con un paio di Michelin slick Power Cup Evo.
Un assetto da competizione
Il look era aggressivo e da competizione per la parte reggisella di serie, sostituita con il telaietto e il codino di una Yamaha R1. La sella, grazie all’intervento della Lobomotive di Barcellona, era diventata più corta dell’originale ma più grande di quella della R1. Il preparatore catalano, inoltre, aveva deciso di ricostruire diverse parti delle sovrastrutture in fibra di carbonio, aggiungendo particolari sia tecnici sia estetici con l’utilizzo dello stesso materiale.
I comandi erano stati realizzati tutti in alluminio lavorato, mentre l’impianto di scarico era unito ai collettori Akrapovic con il terminale Termignoni. Per rendere ancora più sportivo lo scooter Yamaha, la quale aveva da poco lanciato delle incantevoli e-bike con il telaio Dual-Twin, il peso totale del mezzo era stato ridotto di 25 kg rispetto all’originale: una soluzione in grado di influire ulteriormente sulle prestazioni del T-Max trasformato in una MotoGP.