Archiviate le vacanze, per team e piloti della MotoGP è tempo di tornare in pista. Si riparte dallo storico Circuito di Silverstone, dove nel weekend andrà in scena il Gran Premio della Gran Bretagna, decimo appuntamento di questa stagione.
Rispetto all’ultimo GP, la situazione è ben diversa: a guidare la classifica generale ora è Francesco Bagnaia, capace di ricucire il gap da Jorge Martin prima della pausa estiva, che dunque si presenta in terra inglese da grande favorito. Il ducatista è in uno stato di forma psico-fisica eccezionale, come ha dimostrato anche alla recentissima World Ducati Week di Misano: la situazione ideale per provare già da subito ad allungare sulla concorrenza. A dargli filo da torcere ci sarà senza dubbio Jorge Martin, apparso particolarmente nervoso e poco lucido nelle ultime gare, ma desideroso di recuperare in fretta la leadership nel Mondiale. Infine, guai a sottovalutare un sempre ostico Marc Marquez, ancora a caccia del suo primo sigillo in sella a una Ducati.
Indice
Bagnaia, la forza del Campione
Recuperata la leadership del Mondiale dopo un inizio di stagione sottotono, Francesco Bagnaia si presenta a Silverstone nella miglior condizione possibile, fisica ma soprattutto mentale.
Il ducatista, infatti, è riuscito a recuperare lo svantaggio accumulato nei confronti di Jorge Martin grazie a quattro vittorie consecutive nelle ultime quattro gare domenicali (a cui si aggiungono anche due vittorie nelle Sprint), dimostrando al mondo perché che il #1 sul suo cupolino non è lì per caso. Una prova di forza necessaria ‒ ma tutt’altro che scontata ‒ che lo ha riportato al vertice della classifica generale e che mandato un messaggio chiaro agli avversari: ‘Pecco’ c’è.
Ora si riparte Oltremanica, a Silverstone, una pista che negli ultimi anni ha saputo regalare diverse soddisfazioni a Bagnaia, tra cui una vittoria nel 2022 e un secondo posto nel 2023. A ciò si aggiunge la consapevolezza di essere ‒ in questo momento ‒ il miglior binomio moto-pilota: la situazione ideale per provare fin da subito l’allungo in classifica. Non sarà facile, ma le premesse per fare (molto) bene ci sono tutte.
Martín e Marquez a caccia di Pecco… e non solo
Dall’altra parte, Jorge Martin non può dirsi altrettanto felice alla vigilia del GP. Lo spagnolo, infatti, si ritrova costretto a iniziare questa seconda parte di stagione da inseguitore e non più da “inseguito”: una situazione di certo non nuova per ‘Martinator’, che lo scorso anno ha dimostrato di saper recuperare distacchi ben più elevati, ma che in parte mina quella sicurezza costruita con pazienza e costanza ad inizio 2024. L’impasse di mercato e il turbolento addio a Ducati ‒ frutto della mancata promozione nel team ufficiale ‒ hanno senza dubbio reso Martin meno concentrato: un nervosismo che nelle ultime gare è apparso sempre più evidente, in pista [emblematiche le cadute nella Sprint del Mugello e nella gara del Sachsenring, ndr] e non solo, come dimostrano i pugni tirati al rientro al box in Germania dopo il ritiro. Per lui, dunque, l’obiettivo è quello di tornare al più presto davanti a tutti, soprattutto a Pecco: per la classifica, ma anche per l’orgoglio.
Diverso il discorso per un altro inseguitore, Marc Marquez. L’otto volte Campione del Mondo, che nel 2025 sarà al fianco di ‘Pecco’ nel team Factory, è ancora a caccia della sua prima vittoria in sella alla Ducati, sfumata in più di un’occasione. Si riparte da SIlverstone, un tracciato non particolarmente “amico” per Marquez: la sua ultima vittoria qui risale addirittura al 2014, una vita fa. Difficile pensare che possa replicarsi dieci anni dopo, ma attenzione alla pioggia: una variabile che può cambiare (e non poco) le carte in tavola, dando un vantaggio in più a chi sa essere particolarmente efficace sul bagnato. Come Marquez…
Il Silverstone Circuit
Il Silverstone Circuit, uno dei “classici” più recenti del calendario del Motomondiale, sorge a poca distanza dall’omonimo villaggio, nella contea di Northamptonshire, in Inghilterra. La MotoGP disputa (quasi) ininterrottamente il Gran Premio di Gran Bretagna su questo tracciato dal 2010; le uniche due eccezioni risalgono alle stagioni 2018 e 2020: nel primo caso, il GP fu annullato a causa della troppa pioggia, mentre nel secondo non si corse per via della pandemia di Covid-19.
L’impianto nasce nel 1943 come aeroporto militare (RAF Silverstone), seguendo la configurazione britannica “standard” per questo tipo di strutture, vale a dire tre piste di decollo disposte a triangolo. A partire dal secondo Dopoguerra, queste ultime iniziarono ad essere collegate tra loro con tre curve secche (realizzate artigianalmente con delle balle di paglia), dando vita ad un primo rudimentale ‒ e velocissimo ‒ tracciato. Negli anni il circuito ha subito numerosi lavori di trasformazione e ammodernamento. Uno dei più rilevanti, in tal senso, è quello del 2010: un investimento (economico e non solo) importante, che ha reso la pista una delle più veloci del Motomondiale, oltre ad aver reso possibile la realizzazione di una nuova Pit Lane e un nuovo complesso per il paddock.
Il tracciato, largo 15 m, viene percorso in senso orario e conta un totale di 18 curve, di cui 8 a sinistra e 10 a destra. Con i suoi 5,9 km di lunghezza, Silverstone è uno dei circuiti più lunghi del Motomondiale, con il rettilineo più lungo che misura 770 m. Per questo round le distanze di gara saranno le seguenti: la MotoGP dovrà completare 20 giri nella gara domenicale e 10 nella Sprint Race, mentre Moto2 e Moto3 disputeranno, rispettivamente, 17 e 15 giri.