Audi, addio alla fabbrica in Belgio: sfumano le trattative di vendita

Non avendo ricevuto offerte concrete, Audi chiude definitivamente lo stabilimento di Bruxelles: anche le trattative ventilate con un produttore sono tramontate

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 14 Novembre 2024 12:56

Nella trasformazione del mercato, il Gruppo Volkswagen sta affrontando dei notevoli cambiamenti e adottare politiche razionali, volte al contenimento dei costi, è l’unico modo per garantirsi un futuro. La ventilata chiusura dell’impianto Audi di Bruxelles diventa ufficiale. Il conglomerato, a cui la Casa dei Quattro Anelli appartiene, ha tentato fino all’ultimo di salvare lo stabilimento, valutando la cessione ad altre realtà.

Sforzi che non sono, però, stati sufficienti a scongiurare lo scenario. In mancanza di offerte concrete, i vertici aziendali hanno deciso di mettere definitivamente la parola fine, consapevoli di aver provato a vagliare ogni alternativa. L’annuncio dello stabilimento apre ora le porte a una serie di trattative con i circa 3.000 dipendenti coinvolti, i quali verranno accompagnati alla porta.

Trattative tramontate

Audi ha cercato soluzioni delle soluzioni valide, che non comportassero la chiusura, esplorando possibili acquirenti in grado di rilevare l’impianto, ma nessuna proposta si è concretizzata. Rimanevano delle flebili speranze in merito a un accordo con un Costruttore non meglio precisati; tuttavia, i negoziati tra le parti sono tramontati in via definitiva. “Non ci sono investitori potenziali per il sito, quindi la ricerca attiva di un investitore è terminata”, ha dichiarato Audi in una nota inviata ad AFP. Il complesso di Forest, un comune sito poco lontano dalla capitale belga, era diventato negli ultimi anni il cuore dell’attività produttiva dei modelli elettrici di alta gamma del marchio.

Già a fine luglio 2024, la situazione era diventata critica, quando il Gruppo Volkswagen aveva annunciato lo stop alla realizzazione delle vetture Audi Q8 e-tron e Q8 e-tron Sportback. Eredi del primo SUV al 100% elettrico della compagnia, qualche cattivo segnale sul loro conto lo aveva già dato dall’azienda tedesca, che nel comunicato dello scorso luglio scorso affermava: “Audi sta osservando un calo degli ordini globale nel segmento delle elettriche premium”, per poi aggiungere “a seguito di un’approfondita analisi della situazione del mercato e delle condizioni generali del sito di Bruxelles, Audi sta valutando la fine anticipata della produzione della serie di modelli Q8 e-tron”.

Accusato un trend specifico del segmento

Dunque, la scelta sarebbe maturata in seguito alla perdita di interesse riscossa dal SUV, la vettura cardine del centro. Mantenere uno stabilimento dedicato alle auto elettriche (BEV) era diventato un investimento troppo oneroso. Oltre alla contrazione generale nelle vendite di BEV nel Vecchio Continente, ha inciso sul provvedimento la concorrenza interna: “la famiglia dei modelli Audi Q8 e-tron risente di un trend specifico del segmento”.

Lo Sport Utility, specificava la nota diramata a luglio, “ha segnato l’inizio della mobilità elettrica per Audi nel 2018 e ha avuto un grande successo in tutto il mondo per molti anni. Con l’aumento dei nuovi modelli sulla Premium Platform Electric, ora stiamo assistendo a un calo della domanda”. L’ipotesi di spostare la fabbricazione di altri modelli nella struttura è stata scartata anche a causa della vicinanza con il centro cittadino. Inoltre, gli alti oneri logistici e produttivi hanno avuto un impatto non indifferente. Ora il personale attende di scoprire le esatte modalità di interruzione del rapporto lavorativo