Stellantis costruirà auto cinesi? Le prime indiscrezioni

Stellantis starebbe pensando di costruire le auto cinesi di Leamotor in Italia per rilanciare lo stabilimento torinese di Mirafiori, a partire dal 2026

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Ogni giorno che passa, sul futuro degli stabilimenti Stellantis in Italia emergono voci, alcune davvero sorprendenti, o forse dovremmo dire scioccanti. L’ultima indiscrezione riguarda l’impianto di Mirafiori e ha dell’incredibile: stando a quanto scrive Automotive News Europe, l’intenzione sarebbe di commissionare auto cinesi, quelle Leapmotor nello specifico. Ovviamente, è una semplice indiscrezione, ma i presupposti per porre in atto un’operazione del genere ci sarebbero tutti.

Se la memoria vi aiuta, nel 2023 il gruppo italo-franco-americano ha annunciato la costituzione di una joint venture, la Leapmotor International. Sebbene il nome tenda a ingannare, l’azionista di maggioranza è proprio il conglomerato europeo con il 51% delle quote. L’accordo aveva fatto parlare parecchio nei giorni successivi, poiché, anziché dichiarare guerra alle aziende del Paese orientale, si era preferito intraprendere l’approccio contrario.

La frase “se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico”, attribuita a Giulio Cesare, calza a pennello. Credere di recuperare il terreno perduto sull’elettrico in totale autonomia rischierebbe di essere un peccato di presunzione. Le manovre strategiche attuate dalla Repubblica del Dragone le hanno, infatti, permesso di guadagnare un notevole vantaggio sui competitor occidentali, in merito alla produzione di BEV.

I perché della possibile operazione

Affidare la realizzazione delle Leapmotor da parte di Mirafiori avrebbe ragion d’essere sotto diversi punti di vista. In primo luogo, diverrebbe più fattibile il raggiungimento di un milione di vetture fabbricate nel Belpaese lungo la penisola italica. Lo ha ribadito forte e chiaro Carlos Tavares negli scorsi giorni, soddisfatto delle recenti mosse governative. Apparsi prima in rotta di collisione, Stellantis e la classe politica sembrano aver sotterrato l’ascia di guerra. Il target andrebbe raggiunto entro il 2030 ed è ora di risalire la china.

Fin qui alle parole non sono seguite delle azioni concrete, complici le difficoltà incontrate dalla Fiat 500e. Che, malgrado goda di ampi consensi all’infuori dei confini nazionali, non è profeta in patria. I numerosi turni annullati hanno gettato nel panico la manodopera, e l’eventuale creazione delle Leapmotor aiuterebbe a calmare le acque. Forse, nulla di paragonabile a modelli di marchi italiani, tuttavia in “tempo di crisi” non si butta via niente.

I diritti in esclusiva per l’esportazione e la vendita all’estero del brand orientale consentirebbero la manovra. Inoltre, verrebbero evitati i dazi doganali, qualora l’Unione Europea decidesse di elevarne alle rappresentanti di Pechino dopo l’indagine avviata da Ursula von der Leyen.

L’attività attuale

Attualmente nel complesso torinese nascono tutte le Maserati, tolta la MC20, la sopra menzionata Cinquina a batteria e la sua controparte firmata Abarth. Quindi, il 31 marzo passerà ai saluti la Maserati Levante, e l’erede mica approderà a breve. Si parla, infatti, di 2027 e, oltretutto, vedrà la luce a Cassino (Piedimonte San Germano). Nel 2026 avverrà lo stop delle 500 elettriche, le quali, che con la nuova generazione, basata sull’architettura STLA Small, cambieranno casa, trasferendosi forse a Pomigliano d’Arco.

L’idea sarebbe di costruire 150.000 Leapmotor all’anno in quel di Mirafiori dal 2026 in poi. Qualche giorno fa Tavares avrebbe dichiarato: “Se ne avremo l’opportunità, poiché è economicamente sensato, produrre le auto Leapmotor in Italia, ovviamente lo faremo. Dipende solo dalla nostra competitività in termini di costi e di qualità”. Un portavoce del gruppo ha ammesso le indiscrezioni, senza lasciarsi andare a ulteriori commenti.