15enne ha crisi di astinenza da smartphone e finisce in ospedale, gli esperti: 1 su 3 lo usa ogni giorno
Crisi d’astinenza per un 15enne senza smartphone. Save the Children: 1 bambino su 3 lo usa ogni giorno. Aumentano così i rischi
Un ragazzo di 15 anni è finito in ospedale in stato di agitazione dopo che i genitori gli avevano tolto lo smartphone. L’episodio è stato raccontato dallo psichiatra Gianluca Rosso. Si riaccende l’allarme sull’uso precoce dei dispositivi. Secondo Save the Children, 1 bambino su 3 tra i 6 e i 10 anni usa il telefono ogni giorno.
Crisi di astinenza da smartphone
Il caso, avvenuto a Orbassano, in provincia di Torino, risale a circa due anni fa, ma è stato raccontato solo ora dal professor Gianluca Rosso, psichiatra dell’Università di Torino.
Il 15enne è stato portato al pronto soccorso in stato di agitazione psicomotoria severa, con sintomi analoghi a quelli dell’astinenza da sostanze. Era privo del suo smartphone. “Lo stesso legame che si sviluppa con alcol e droghe“, ha detto Rosso. Secondo il medico, lo smartphone stimola continuamente il sistema dopaminergico e può generare dipendenza.
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Dopo la crisi, il ragazzo è stato trattato con ansiolitici e dimesso. Il caso, dice Rosso, dimostra che servono interventi educativi strutturati, ma anche che la dipendenza da smartphone non rientra ancora tra quelle che prevedono il ricovero in assenza di altre patologie.
Rischi per i preadolescenti
L’episodio si inserisce in un quadro più ampio. Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children, il 32,6% dei bambini tra i 6 e i 10 anni usa lo smartphone ogni giorno.
La percentuale cresce al 44,4% al Sud. Tra gli 11 e i 13 anni, oltre il 60% ha almeno un account social, nonostante la legge vieti l’accesso ai minori di 14 anni.
Un terzo dei preadolescenti è connesso più volte al giorno per chattare o videochiamare gli amici.
Capacità e opportunità
Secondo Save the Children, la dimensione digitale può offrire grandi opportunità, ma richiede strumenti educativi adeguati.
L’indagine Icils conferma che il 14% degli studenti di terza media non raggiunge le competenze digitali minime, con forti differenze tra Nord e Sud.
Solo il 10% arriva ai livelli più alti. Serve un’alleanza tra famiglie, scuola e istituzioni per colmare i divari e affrontare rischi e potenzialità della vita online.
