Cos'è la leucemia mieloide diagnostica ad Achille Polonara, la stessa che colpì Sinisa Mihajlovic
Achille Polonara, giocatore della Virtus Bologna e della Nazionale italiana di basket, è affetto da leucemia mieloide, la stessa che colpì Mihajlovic: cos'è e quali sono i rischi
Ad Achille Polonara, giocatore di basket della Virtus Bologna e della Nazionale italiana, è stata diagnostica la leucemia mieloide, la stessa che aveva colpito Sinisa Mihajlovic proprio ai tempi in cui allenava la squadra di calcio nel capoluogo emiliano. Il 33enne, sposato e padre di due bambini, è stato ricoverato all’ospedale Sant’Orsola Malpighi, dove ha già iniziato le terapie specifiche.
- L'annuncio della Virtus Bologna su Achille Polonara e il post dell'Italbasket
- Il post dell'Italbasket
- Chi è Achille Polonara
- Il caso di Sinisa Mihajlovic
- Cos'è la leucemia mieloide acuta
- La differenza con la leucemia mieloide cronica
L’annuncio della Virtus Bologna su Achille Polonara e il post dell’Italbasket
Nel pomeriggio di lunedì 16 giugno, la Virtus Segafredo Bologna, impegnata nella finale Scudetto con Brescia, ha annunciato che una delle sue icone, Achille Polonara, “è stato sottoposto ad ulteriori indagini mediche specialistiche a seguito delle quali è stata formulata la diagnosi di leucemia mieloide”.
Il club ha aggiunto che il giocatore è ricoverato all’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna dove ha già iniziato le terapie specifiche.
Il post dell’Italbasket
La notizia ha fatto velocemente il giro dei social anche per via del post dell’account social dell’Italbasket, il profilo ufficiale della Nazionale, di cui Polonara è da anni un pilastro.
Chi è Achille Polonara
Achille Polonara è nato ad Ancona il 23 novembre 1991.
Sposato con la moglie Erika, è padre di due bambini.
Il 9 ottobre 2023 la sua squadra, la Virtus Bologna, aveva comunicato che si sarebbe sottoposto a un’operazione per rimuovere un tumore al testicolo.
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Era tornato in campo il 3 dicembre 2023, a meno di due mesi dall’operazione.
È sceso in campo con la Nazionale italiana in 94 partite.
Il caso di Sinisa Mihajlovic
Bologna è sotto choc: poco meno di tre anni fa aveva assistito, inerme, al declino di Sinisa Mihajlovic.
L’ex calciatore e allenatore serbo, infatti, era morto il 16 dicembre 2022 a 53 anni, proprio in seguito alle complicazioni legate alla leucemia mieloide acuta.
Matteo Salvini, che spesso gli aveva manifestato la propria vicinanza, aveva saputo del suo decesso durante la conferenza stampa per presentare il codice degli appalti.
Gli era stata diagnostica nel 2019, lui stesso aveva dato l’annuncio il 13 luglio.
Era riuscito a tornare a intermittenza in panchina grazie alle terapie, tentando anche la via della cura sperimentale a Bergamo.
Cos’è la leucemia mieloide acuta
Come spiegato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), la leucemia mieloide acuta (LMA) è una forma che si sviluppa a partire dal midollo osseo e che progredisce velocemente, proprio per questo è detta “acuta”.
Secondo i dati della Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) si possono stimare poco più di 2 mila nuovi casi ogni anno in Italia: 1.200 tra gli uomini e 900 tra le donne.
È più comune negli uomini che nelle donne e negli adulti con più di 60 anni: è poco frequente prima dei 45 anni e nel nostro Paese rappresenta il 13% delle leucemie tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni.
Fattori che possono aumentare il rischio
I fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare questa leucemia sono:
- fumo
- esposizione a certe sostanze chimiche come il benzene e i suoi derivati
- alcuni trattamenti oncologici, come i farmaci alchilanti e quelli a base di platino utilizzati per la chemioterapia
- radiazioni usate nella radioterapia
I sintomi
Tra i sintomi ci sono:
- stanchezza
- perdita di appetito
- sudorazione notturna
- febbre
- spossatezza e pallore legati all’anemia
- aumento del rischio di infezioni dovute alla riduzione dei globuli bianchi normali
- sanguinamenti frequenti (anche a livello gengivale o nasale) legati alla carenza di piastrine.
- dolori muscolari e osteo-articolari diffusi
- senso di malessere generale
- se la malattia si è diffusa in altri organi, si notano ingrossamento di milza, fegato e linfonodi e, se è stato raggiunto anche il sistema nervoso, possono verificarsi mal di testa e altri segni neurologici
Come si cura
La scelta della terapia più adatta dipende da diversi fattori, la prima scelta resta comunque la chemioterapia.
C’è poi anche la radioterapia, che può essere a volte utilizzata prima del trapianto di cellule staminali o per ridurre alcune masse tumorali se la chemioterapia non funziona.
Nel corso del trattamento si fa ricorso anche a terapie di supporto per contrastare l’anemia, le emorragie e le infezioni. Queste terapie spesso rappresentano l’unica forma di trattamento nei pazienti particolarmente anziani e fragili.
La differenza con la leucemia mieloide cronica
Rispetto alla forma acuta, la leucemia mieloide cronica (LMC) è una malattia che si sviluppa nel midollo osseo, ma progredisce lentamente.
Rappresenta il 15-20% di tutti i casi di leucemia, in Italia colpisce circa 1-2 persone ogni 100 mila, con una frequenza maggiore tra gli uomini.
È una malattia che si presenta soprattutto in età avanzata: l’età media alla diagnosi è di circa 64 anni e la metà circa dei casi viene diagnosticata nelle persone di almeno 65 anni.
Fattori di rischio
AIRC spiega che l’esposizione ad alte dosi di radiazioni è l’unico fattore ambientale noto, mentre non sono stati dimostrati legami tra la malattia e comportamenti legati ad abitudini e comportamenti, come l’alimentazione o l’esposizione ad alcune sostanze o a infezioni virali.
I sintomi
Spesso chi è colpito da LMC non presenta sintomi al momento della diagnosi, sono comunque poco specifici e comuni, tra cui:
- debolezza
- febbre
- sudorazione notturna
- perdita di peso
- dolore o senso di pienezza al ventre (dovuto a un ingrandimento della milza)
- dolore alle ossa o alle articolazioni
Come si cura
Da diversi anni il trattamento standard consiste nell’assunzione dei farmaci a bersaglio molecolare, che colpiscono in modo mirato il gene presente nelle cellule malate e non in quelle sane.
Prima dell’avvento di questi farmaci mirati, le prospettive di cura o di controllo della malattia per un paziente con leucemia mieloide cronica erano scarse. La chemioterapia viene utilizzata se gli inibitori non funzionano e la malattia è in fase blastica o come parte della procedura che precede il trapianto di cellule staminali.
La radioterapia, invece, generalmente non viene utilizzata.
