Delitto di Garlasco, cosa non torna nel racconto di Alberto Stasi sul ritrovamento del corpo di Chiara Poggi
Alberto Stasi entrò davvero in via Pascoli? Massimo Lovati "smonta" la sua versione sul delitto di Garlasco: "Non ha ucciso Chiara Poggi"
Il 13 agosto 2007 Alberto Stasi non è mai entrato nella villetta di via Pascoli 8 e tanto meno avrebbe ucciso la allora fidanzata Chiara Poggi. Lo sostiene Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, che si dice convinto dell’innocenza dell’unico condannato per il delitto di Garlasco. Secondo l’avvocato Stasi avrebbe mentito sotto suggerimento di eventuali mandanti dell’omicidio della 26enne.
- Alberto Stasi scavalcò il muro di cinta?
- Il dettaglio delle scarpe
- Il colore del viso di Chiara Poggi
- I dubbi sulla chiamata al 118
- I possibili mandanti del delitto di Garlasco
Alberto Stasi scavalcò il muro di cinta?
Nel corso della puntata di Dritto e Rovescio andata in onda giovedì 5 giugno Massimo Lovati, l’avvocato che difende Andrea Sempio insieme alla collega Angela Taccia, ha ribadito la sua teoria sul delitto di Garlasco.
Ascoltato dall’inviata Giulia Guerri ha contestato punto per punto ogni parte del racconto che Stasi fece ai carabinieri quel 13 agosto 2007.
Alberto Stasi, ricordiamo, disse di essersi portato personalmente in via Pascoli 8 preoccupato perché Chiara Poggi non rispondeva ai messaggi né al telefono. Quindi, dopo averla chiamata a gran voce dall’esterno, avrebbe scavalcato il muro di cinta per poi atterrare sul giardinetto ed entrare nell’abitazione, dove trovò la porta aperta.
"Non sta in piedi", secondo Lovati. L’avvocato sostiene che se ciò fosse vero l’allora 24enne avrebbe potuto telefonare "a sua madre, a suo padre, a sua zia, alle sue amiche" per "chiedere a qualcuno se l’avesse vista". Quindi il legale di Sempio sostiene che quel racconto non sarebbe verosimile, specialmente perché il muro che protegge casa Poggi sarebbe alto due metri.
Inoltre, Lovati ricorda che i Ris non avrebbero effettuato accertamenti sulle tracce di Stasi sul muretto della villa, un dettaglio sul quale, quindi, non sarebbero stati ricercati i riscontri che avrebbero potuto confermare o smentire la versione del ragazzo.
Il dettaglio delle scarpe
Quindi Alberto Stasi sarebbe entrato nella villetta. Secondo il suo racconto, accompagnato dallo schizzo su un foglio del percorso effettuato una volta dentro la casa, si sarebbe diretto prima verso la sala della televisione – accesa, e che per questo avrebbe attirato la sua attenzione – per poi controllare il bagno, la porta dei garage e infine accorgersi della porta a soffietto aperta sulle scale che davano sulla cantina. Lì, infatti, avrebbe notato il cadavere di Chiara Poggi.
Massimo Lovati alle telecamere di Dritto e Rovescio ricorda che "una perizia dimostrerà che lui non poteva avere le scarpe intonse" dal momento che sul pavimento all’ingresso e in prossimità della porta a soffietto erano presenti tracce evidenti di sangue che evidenziavano i due tempi in cui si era consumato l’omicidio.
Il colore del viso di Chiara Poggi
Ai carabinieri Stasi riferì di aver visto "il lato destro del viso" e di avervi notato "una parte bianca che risaltava rispetto allo scuro che era intorno". "Non era pallido", dichiara Massimo Lovati, in quanto il volto di Chiara Poggi era ricoperto di sangue.
L’inviata Giulia Guerri, quindi, ricorda che sul pomello della porta a soffietto non furono trovate impronte di Stasi. L’assassino, in effetti, prima di abbandonare il cadavere della vittima lungo le scale avrebbe dovuto aprire la porta che dava su quel vano che conduceva alla cantinetta della villa. Non è chiaro, tuttavia, se fosse abitudine di Chiara lasciare la porta a soffietto aperta – e che l’assassino dunque potrebbe non aver sentito la necessità di aprire – o il contrario.
I dubbi sulla chiamata al 118
Come noto, dopo aver scoperto il corpo di Chiara Poggi Alberto Stasi si precipitò fuori dall’abitazione e chiamò il 118 mentre andava dai carabinieri. "Che senso ha – si chiede Lovati – chiamare il 118 e andare dai carabinieri?".
Eppure secondo i giudici che lo hanno condannato, quello di Alberto Stasi sarebbe il racconto dell’aggressore e non di un innocente che scopre un cadavere, soprattutto il corpo di una persona congiunta.
I possibili mandanti del delitto di Garlasco
Chi ha ucciso Chiara Poggi? Come risaputo, per Massimo Lovati Alberto Stasi è innocente tanto quanto il suo assistito Andrea Sempio. Dietro il delitto di Garlasco, invece, ci sarebbe la mano oscura di una organizzazione criminale che avrebbe disposto la morte della 26enne per via delle sue ricerche e scoperta su eventuali casi di pedofilia.
La ragazza sarebbe quindi stata uccisa da un sicario e la stessa organizzazione avrebbe costretto Stasi a mentire con la versione fornita agli inquirenti, in cambio dell’impunità. Lo stesso Lovati ammette che le sue siano ipotesi e che buona parte di questa narrazione gli sarebbe stata suggerita da un sogno.
