Oliver Stone contro Netanyahu e il supporto a Israele: "Nessuno si metterebbe contro, è una sorta di mafia"

Il regista Oliver Stone ha attaccato Netanyahu per la guerra a Gaza, definendolo intoccabile, e ha criticato il supporto di Trump

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Il regista Oliver Stone ha duramente attaccato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dichiarando che attaccarlo sarebbe come mettersi contro la mafia. Ha poi accusato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump di essere pagato da una lobby ebraica “molto potente negli Stati Uniti”.

L’attacco di Oliver Stone a Netanyahu

In un’intervista al settimanale L’Espresso, il regista Oliver Stone ha attaccato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, citando anche una propria esperienza personale:

Nessun membro del Congresso si metterebbe mai contro Netanyahu, è una sorta di mafia. L’ho vissuto sulla mia pelle nel 2003, quando feci il documentario “Persona non grata” e mi hanno massacrato perché parlavo di Palestina. Hollywood andò su tutte le furie.

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Oliver Stone

Stone ha poi continuato: “Per fortuna avevo dei sostenitori e ho resistito. Però di queste cose non si parla abbastanza”.

Oliver Stone contro Donald Trump

Durante l’intervista, Stone ha anche attaccato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per il sostegno che ha dimostrato proprio a Netanyahu durante l’invasione di Gaza a seguito degli attacchi del 7 ottobre. Il regista ha dichiarato:

Non capisco perché Trump sia alleato di Benjamin Netanyahu e lo supporti. Ha a che fare con i soldi e la politica, credo che tanti soldi a Trump provengano dalla lobby ebraica, molto forte negli Stati Uniti.

Secondo alcune fonti israeliane, Trump avrebbe approvato un piano per l’occupazione di una parte importante della Striscia di Gaza da parte di Israele, anche se dal vivo non ha risposto direttamente alle domande a riguardo.

Quando Stone difendeva Putin

Le posizioni politiche di Oliver Stone sono sempre state molto critiche nei confronti di chiunque guidasse gli Stati Uniti, pur essendo lui americano. Nel 2017 aveva girato un documentario intitolato  “The Putin Interviews“, in cui intervistava il presidente russo.

Nel 2022, poco prima che la Russia invadesse l’Ucraina con l’obiettivo di rovesciare il governo e il parlamento democraticamente eletti, Stone definì la copertura mediatica dei preparativi all’invasione come “assetata di sangue“, negando che Mosca avesse l’intenzione di attaccare l’Ucraina.

A quel punto, la Russia occupava illegalmente da otto anni la Crimea ed era impegnata a sostenere una guerra per procura nel Donbass. Quando poi la Russia invase effettivamente l’Ucraina, Stone condannò l’operazione.

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