Omicidio Liliana Resinovich, cosa analizzeranno i periti dai vestiti di Sebastiano Visintin ai coltelli
Nuovi sviluppi sul caso dell'omicidio di Liliana Resinovich per cui è indagato il marito Sebastiano Visintin: alcuni periti analizzeranno nuovi reperti
Il caso dell’omicidio di Liliana Resinovich – per cui è indagato suo marito Sebastiano Visintin – è a un nuovo potenziale punto di svolta. Durante l’incidente probatorio infatti è stato conferito l’incarico ai periti di analizzare alcuni reperti trovati in casa dell’uomo come i suoi vestiti e alcuni coltelli.
Omicidio Liliana Resinovich, la novità
È stato conferito a tre professori l’incarico di analizzare nuovi e vecchi reperti potenzialmente utili a chiarire quello che è uno dei casi più intricati degli ultimi anni, la morte di Liliana Resinovich per cui è indagato suo marito Sebastiano Visintin.
Proprio gli abiti che l’uomo indossava il giorno della scomparsa della moglie, alcuni coltelli sequestrati nella sua abitazione e un bracciale di Liliana saranno tra i reperti analizzati dai periti.
ANSA
Cosa analizzeranno i periti
Sono stati disposti nuovi esami e nuove analisi per far luce sulla morte della 63enne che era scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e che è stata trovata morta il 5 gennaio 2022. A volerli è la Gip del Tribunale di Trieste, Flavia Mangiante.
Durante un’udienza di incidente probatorio, durata poco più di un’ora e alla quale non era presente Visintin, questo compito è stato affidato ai professori Paolo Fattorini, Chiara Turchi ed Eva Sacchi. Toccherà a loro scrutare a fondo i vestiti, i coltelli e quel bracciale acquisito a casa di Sergio, fratello di Liliana. Inoltre analizzeranno anche alcune scarpe, un cordino e altri oggetti rinvenuti accanto al cadavere.
Il via alle analisi è previsto per l’8 settembre nel Dipartimento di medicina legale del Policlinico di Ancona: i tre avranno 120 giorni di tempo per giungere a qualche risultato. Insomma, se ne riparlerà a gennaio 2026, quando saranno passati quattro anni dal ritrovamento del corpo della donna che era stata rinvenuta chiusa in due sacchi neri, inseriti uno dall’alto e l’altro dal basso, e con il capo infilato dentro sacchetti di plastica chiusi proprio da quel cordino.
La difesa di Sebastiano Visintin
I periti metteranno in atto esami di natura genetica, merceologica e dattiloscopica: al centro ci saranno, come detto, reperti già analizzati (ma sui quali verranno utilizzate ora tecniche diverse e innovative) e altri acquisiti successivamente. Verranno messe a confronto fibre di abiti, analisi del Dna, ispezioni sui sacchi neri in cui era stata ritrovata Resinovich. L’obiettivo è individuare eventuali impronte digitali.
I primi risultati delle analisi saranno poi valutati in una nuova udienza che è già stata fissata per il prossimo 30 marzo. Federica Obizzi, legale della nipote di Liliana, Veronica Resinovich, ha commentato positivamente i nuovi sviluppi. “Siamo soddisfatti che si facciano approfondimenti mirati e che si sia anche rimesso in discussione il materiale acquisito in questi tre anni di indagini”, ha detto.
Diverso il parere dei difensori di Sebastiano Visintin, Alice e Paolo Bevilacqua. Questi avevano richiesto una nuova perizia su cause, modalità e morte di Liliana Resinovich, richiesta però rigettata, motivo per cui la difesa ha fatto ricorso in Cassazione. “Nessuno ci ha detto con certezza che si tratta di omicidio. Ci aspettiamo che la scienza faccia il suo”, hanno aggiunto.
