Scena muta volontaria alla Maturità è un caso, il ministro Valditara prende posizione e minaccia la bocciatura

Giuseppe Valditara avverte chi accarezzi l'idea di fare scena muta all'esame orale della Maturità nel 2026: niente più diploma, ma un altro anno sui banchi

Pubblicato: Aggiornato:

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato una stretta sull’esame di Maturità, dopo il caso di due maturandi che hanno deliberatamente deciso di fare scena muta all’esame orale in segno di protesta: dal 2026 chi rimarrà in silenzio, non per mancanza di preparazione ma per boicottare l’esame, sarà bocciato, ha promesso il ministro.

La nuova Maturità secondo Valditara

All’esame orale della Maturità 2026 “comportamenti simili non saranno più possibili”, ha promesso Giuseppe Valditara.

Ciò significa, ha aggiunto il ministro, “che se un ragazzo non si presenta all’orale, oppure volontariamente decide di non rispondere alle domande dei suoi docenti non perché non è preparato, cosa che può capitare, ma perché vuole ‘non collaborare’ e quindi ‘boicottare’ l’esame, dovrà ripetere l’anno”.

maturità orale valditaraIPA

La prova orale del nuovo esame di Maturità sarà, come annunciato più volte, sempre meno una sorta di interrogazione volta all’accertamento delle nozioni acquisite e sempre più una prova multidisciplinare.

L’obiettivo dichiarato del ministero è quello di evitare comportamenti percepiti come provocatori o strumentali, ed anche di rendere la Maturità un momento di sintesi del percorso scolastico, con attenzione sia alle competenze disciplinari che alla crescita personale.

Questa nuova tipologia di esame andrà anche a valorizzare il curriculum dello studente e i percorsi di scuola-lavoro, le attività di orientamento e la sua educazione civica, con lo scopo di far emergere la sua “maturazione complessiva”.

Scena muta all’esame di Maturità a Padova

Il primo episodio di “scena muta” si è verificato al liceo scientifico Fermi di Padova, dove il 19enne Gianmaria Favaretto si è presentato al colloquio, ha regolarmente firmato il registro e ha salutato la commissione con queste parole: “Signori, grazie di tutto, ma io questo colloquio di Maturità non lo voglio sostenere. Arrivederci”.

Il ragazzo era matematicamente promosso, dal momento che tramite crediti scolastici e voti delle due prove scritte aveva già raggiunto i 62 punti, ben oltre la soglia della sufficienza.

Il secondo caso di scena muta a Belluno

Un secondo caso si è verificato pochi giorni dopo al liceo scientifico Galilei di Belluno. La studentessa Maddalena Bianchi ha deciso di utilizzare l’orale come atto di protesta, denunciando ciò che, a suo dire, manca nel sistema scolastico italiano: ascolto, empatia e attenzione ai disagi degli studenti.

“La scuola si concentra troppo sui numeri, sui voti, sulla competizione mentre gli studenti vengono spesso lasciati soli nei momenti difficili”, ha detto la ragazza al Corriere della Sera.

maturità orale valditara IPA