Spaccio di droga "riservato" a Sondrio e Pavia, famiglia arrestata: le consegne attraverso un fiumiciattolo
Cinque persone arrestate e una rete di spaccio smantellata tra Sondrio e Pavia: così i Carabinieri hanno interrotto un traffico di droga.
È di cinque arresti il bilancio di una vasta operazione antidroga condotta dai Carabinieri nelle province di Sondrio e Pavia, che ha portato allo smantellamento di una rete familiare dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Sondrio, è stata eseguita nelle prime ore del mattino di oggi, coinvolgendo anche militari delle compagnie di Sondrio e Pavia e l’unità cinofila di Casatenovo.
Le indagini e la fonte della notizia
Stando alle informazioni pubblicate sul sito dei Carabinieri, l’indagine è partita nell’agosto 2024 dopo numerose segnalazioni di cittadini che avevano notato un’intensa attività di spaccio nella città di Sondrio. Gli investigatori hanno messo in campo sia metodi tradizionali, come servizi di osservazione e pedinamento, sia strumenti tecnologici, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali. Grazie a queste attività, è stato possibile ricostruire l’organizzazione e i movimenti di un gruppo criminale che aveva come fulcro un nucleo familiare composto da tre persone.
I destinatari delle misure cautelari
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Sondrio su richiesta della locale Procura, ha colpito cinque persone ritenute responsabili di un fiorente commercio di stupefacenti. In particolare, un cittadino italiano di 45 anni residente in provincia e uno straniero senza fissa dimora di 50 anni sono stati condotti in carcere. Una donna di 47 anni, di origini sudamericane, è stata sottoposta all’obbligo di firma, mentre un altro indagato, di 69 anni e residente in provincia, è stato sottoposto all’obbligo di dimora. Tutti sono accusati di aver partecipato a una rete ben strutturata di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il modus operandi della rete criminale
L’indagine, denominata “TRINITÀ”, ha permesso di svelare come il nucleo familiare agisse in modo riservato, scegliendo con cura i clienti e incontrandoli in luoghi appartati per evitare i controlli delle forze dell’ordine. La clientela era composta da una cerchia selezionata di assuntori residenti nella provincia di Sondrio, che si rifornivano regolarmente dagli indagati. Gli incontri avvenivano sempre negli stessi luoghi, scelti per la loro discrezione e lontananza da occhi indiscreti.
Il canale di approvvigionamento e la collaborazione con altri gruppi
Le indagini hanno inoltre permesso di individuare il luogo di approvvigionamento della droga: le aree boschive di Annone Brianza e Costa Masnaga, in provincia di Lecco. In queste zone operava una batteria di spacciatori nordafricani, ben organizzata e composta da almeno due persone identificate, che però risiedevano in provincia di Pavia. La scelta della zona di spaccio dipendeva da vari fattori, come l’orario, la luce, il traffico sulla S.S.36 o la presenza di lavoratori nella zona industriale. Gli acquirenti, tra cui il nucleo familiare sondriese, venivano indirizzati di volta in volta verso la zona più sicura per concludere gli scambi.
Un sistema ingegnoso per la consegna della droga
Il gruppo criminale aveva messo a punto un metodo particolare per la consegna della droga, sfruttando la presenza di un piccolo corso d’acqua che separava gli spacciatori dalla strada. Gli indagati utilizzavano un recipiente per lanciare la sostanza stupefacente ai clienti, che a loro volta restituivano il contenitore con il denaro all’interno. Questo sistema garantiva una certa sicurezza, riducendo il rischio di essere sorpresi dalle forze dell’ordine durante le transazioni.
Le cessioni e i numeri dell’attività illecita
Nel corso del monitoraggio, che si è protratto da ottobre a gennaio, sono state documentate centinaia di cessioni di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina, eroina e hashish. La media giornaliera era di circa 90 cessioni, principalmente dosi singole destinate a tossicodipendenti della zona. In alcuni casi, però, sono stati registrati acquisti di quantitativi maggiori, tra 20 e 40 grammi per volta. La droga acquistata dal gruppo familiare veniva poi tagliata con tachipirina e rivenduta nella provincia di Sondrio ai clienti già identificati dagli investigatori.
L’arresto in flagranza e il sequestro della cocaina
Un episodio particolarmente significativo si è verificato a dicembre, quando uno dei componenti del nucleo familiare è stato fermato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Sondrio lungo la SS.36. Durante il controllo, l’uomo è stato trovato in possesso di circa 30 grammi di cocaina, risultata pura al 77%. L’arresto in flagranza ha rappresentato un punto di svolta nelle indagini, consentendo di raccogliere ulteriori elementi a carico del gruppo criminale.
Il ruolo delle forze dell’ordine e la collaborazione tra reparti
L’operazione ha visto la collaborazione tra diversi reparti dell’Arma, tra cui il Nucleo Investigativo e la Sezione Operativa della Compagnia di Sondrio, le Compagnie di Sondrio e Pavia e l’unità cinofila di Casatenovo. Il coordinamento tra le varie articolazioni ha permesso di monitorare i movimenti degli indagati e di intervenire tempestivamente nei momenti chiave dell’indagine.
Le reazioni delle autorità e le prospettive future
Le autorità giudiziarie hanno sottolineato l’importanza dell’operazione, che ha permesso di interrompere un traffico di droga ben radicato sul territorio e di identificare sia i fornitori che i distributori locali. L’attività investigativa proseguirà per accertare eventuali ulteriori responsabilità e per individuare altri soggetti coinvolti nella rete di spaccio. L’attenzione delle forze dell’ordine resta alta, soprattutto nelle aree boschive e nei comuni limitrofi al capoluogo valtellinese, dove il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti continua a rappresentare una delle principali emergenze di sicurezza pubblica.
Conclusioni
L’operazione “TRINITÀ” rappresenta un duro colpo al traffico di droga nelle province di Sondrio e Pavia, grazie a un lavoro investigativo capillare e alla sinergia tra le diverse articolazioni dell’Arma dei Carabinieri. L’arresto dei principali responsabili e il sequestro di sostanze stupefacenti pure testimoniano l’efficacia dell’azione repressiva e la determinazione delle istituzioni nel contrastare il fenomeno dello spaccio di droga.

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.