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CURIOSITÀ 06 LUGLIO 2025

La più grande piattaforma di ghiaccio in Antartide sta sparendo

Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

Editor e videomaker

Content writer, video editor e fotografa, ho conseguito un master in Digital & Social Media Marketing. Negli anni ho sviluppato competenze nella creazione di contenuti digitali, integrando creatività e abilità tecniche in diversi progetti online e adattando i contenuti alle diverse piattaforme.

La piattaforma glaciale del Mare di Ross in Antartide, la più estesa del pianeta, è al centro di una scoperta che ribalta molte certezze: è minacciata da ben 18mila anni. Non da ieri, non da qualche decennio, ma da quando è finita l’ultima era glaciale.

Uno studio svela il passato del ghiaccio

A lanciare l’allarme è uno studio internazionale guidato dal CNR (Istituto di Scienze Polari di Bologna) insieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia e pubblicato sulla rivista Science Advances. Gli scienziati hanno analizzato sedimenti marini e microfossili per ricostruire circa 40mila anni di interazioni tra oceano e ghiacci. Questa lunga indagine ha permesso di capire che la piattaforma glaciale di Ross ha iniziato a ritirarsi 18 millenni fa, quando le acque più calde hanno iniziato a infiltrarsi sotto di essa.

La corrente “nascosta” che erode il ghiaccio

Il nemico principale si chiama Corrente Circumpolare Profonda (che, tra l’altro, sta rallentando). Si tratta di una massa d’acqua più calda che circola attorno al continente antartico e che, nel tempo, è riuscita a risalire fino alla base della piattaforma di ghiaccio. È stata proprio questa infiltrazione a indebolire la struttura glaciale dall’interno, contribuendo a una progressiva frammentazione già all’inizio del riscaldamento post-glaciale.

Chiara Pambianco, dell’Università Ca’ Foscari e del CNR, ha spiegato che si tratta della prima evidenza diretta di questo fenomeno. Finora si sospettava, ma mancavano prove scientifiche concrete.

Una piattaforma chiave per l’equilibrio globale

Il Mare di Ross non è solo una distesa ghiacciata: la sua piattaforma glaciale svolge un ruolo cruciale nella stabilità dell’Antartide. È infatti il punto di contatto tra il ghiaccio marino e quello continentale, una sorta di “cerniera naturale” che tiene insieme tutto il sistema. Se questa struttura dovesse cedere in modo irreversibile, il rischio sarebbe quello di innescare un effetto domino sul resto della calotta antartica, con conseguenze potenzialmente disastrose sul livello globale dei mari.

Non a caso, secondo lo scienziato Tommaso Tesi, co-autore dello studio, l’antica piattaforma era ben mille chilometri più estesa di quella attuale. La riduzione nel tempo è significativa e oggi rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.

Il passato che ci parla del nostro futuro

Capire come e perché si è ridotta la piattaforma di ghiaccio nel passato è fondamentale per comprendere cosa potrebbe succedere nei prossimi decenni. Il cambiamento climatico in corso sta accelerando processi che, fino a poco tempo fa, erano lenti e graduali. Le informazioni emerse da questo studio ci offrono una chiave di lettura preziosa: non possiamo fermare il tempo, ma possiamo agire sulle cause che oggi stanno aggravando una situazione millenaria, e pensare a soluzioni alternative, come ad esempio la “tenda sottomarina”.

Non è solo un problema dei ghiacciai

Spesso si tende a pensare che ciò che succede laggiù in Antartide riguardi solo gli scienziati o qualche pinguino lontano. In realtà, ogni cambiamento nei poli ha ripercussioni dirette sul clima globale, sui livelli dei mari, sulle correnti oceaniche e quindi, anche sul nostro quotidiano. Il Mare di Ross è come un termometro naturale: più si scioglie, più ci sta dicendo che qualcosa non va. E il rischio, adesso, non è più solo teorico ma è documentato.

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