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CURIOSITÀ 27 FEBBRAIO 2024

In Italia la carne fatta di legno: arriva l’alternativa veg del progetto “Meat from Wood”

Il tema dell’allevamento intensivo di animali per la produzione di carne e l’alternativa sintetica proposta negli ultimi anni sono al centro del dibattito etico e ambientale. In questo contesto si inserisce una terza alternativa veg al cui centro si trova la carne fatta di legno. L’idea è di un team di ricercatori italiani che ha messo su un progetto dal titolo molto chiaro “Meat from wood”, ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Cos’è il progetto “Meat from Wood”: carne coltivata dalla lignina

A dare il via a questa nuova sperimentazione sulla carne fatta di legno, che potrebbe mettere d’accordo ambientalisti, animalisti e scettici del sintetico, sono stati dei ricercatori guidati dal professore Marco Vanoni dell’Università di Milano-Bicocca, con la collaborazione dell’unità di ricerca guidata da Elena Rosini nel laboratorio The Protein Factory 2.0 dell’Università dell’Insubria.

Il fulcro consiste nel convertire materiali di scarto in elementi ad alto valore aggiunto come gli amminoacidi tipici delle proteine e della carne. Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca nell’ambito del bando Prin 2022 e richiede competenze trasversali di enzimologia, ingegneria proteica, biologia dei sistemi, microbiologia e della chimica delle fermentazioni.

Com’è possibile creare carne vera da lignina e crusca di frumento

Dopo il latte sintetico, arriva la carne fatta di legno: una sfida che strizza l’occhio a soluzioni alternative all’inquinante allevamento intensivo degli animali, per non parlare delle condizioni in cui vivono e vengono trattati al macello degli esseri viventi per i quali gli animalisti si battono da decenni. Il progetto innovativo si basa sull’utilizzo di sottoprodotti estremamente economici:

  • la lignina, materiale di scarto dell’industria cartaria;
  • la crusca di frumento.

Queste biomasse eterogenee possono essere utilizzate attraverso la depolimerizzazione e la successiva conversione in composti selezionati. “Meat from wood” vuole sviluppare un processo biotecnologico innovativo per convertire la vanillina in amminoacidi, che sono alla base delle proteine.

“Il progetto intende produrre cellule batteriche che esprimono tutte le attività enzimatiche richieste per la sintesi di amminoacidi, fornendo così un nuovo approccio sostenibile alla valorizzazione di queste biomasse. Infatti, la disponibilità di una serie di attività enzimatiche organizzate in nuove vie metaboliche, progettate ad hoc per la sintesi di specifiche molecole, accelererà lo sviluppo di ulteriori processi biocatalitici sintetici innovativi a partire da abbondanti risorse rinnovabili verso una bio-economia sostenibile”, queste le parole di Elena Rosini e Marco Vanoni.

C’è già legno nel cibo che mangiamo adesso: il ruolo della cellulosa

Non è certo la carne fatta di legno ad avere inserito per la prima volta nella dieta umana onnivora elementi tipici degli alberi, come la cellulosa. Ovviamente ci sono numerosi alimenti presenti in natura che la contengono, basti pensare all’insalata o ad altri cibi di origine vegetale che rappresentano una fonte secondaria di nutrimento. Ma non ne è esente la carne che troviamo al supermercato.

Lo scoglio da superare è rappresentato da una lunga catena di molecole di glucosio di cui è composta: si tratta di un legame diverso dall’amido e difficile da destrutturare. Solo gli erbivori sono in grado di farlo naturalmente e, per noi umani, rimane un elemento non digeribile. Ecco allora che entra in gioco la scienza.

La cellulosa è presente in numerosi preparati alimentari come la metil-cellulosa (E461), l’etilcellulosa (E 462) e l’idrossi-propil-cellulosa (E 463). Sono utilizzati come addensanti e nelle farine senza glutine, anche nelle carni processate. Tuttavia il futuro vede un avanzamento in termini di qualità e risultati per il consumo di cellulosa pura.

Il professor Percival Zhang, associato di ingegneria dei sistemi biologici della Virginia Tech, ha trovato il modo per trasformare la cellulosa in amilosio, un amido digeribile dagli esseri umani.

Si tratta di un processo complicato, che prevede una serie di reazioni enzimatiche e una fermentazione microbica, per rompere la catena di glucosio. Una scoperta che si rivela innovativa e dall’alto potenziale. In futuro si potrebbe ottenere cibo da qualsiasi parte delle piante e risolvere l’annosa questione che riguarda pro e contro della carne sintetica.

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