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CURIOSITÀ 27 SETTEMBRE 2024

Funghi alieni tossici in Italia: come riconoscerli ed evitarli

Pasquale Barillà

Pasquale Barillà

Editor e videomaker

Da diversi anni faccio parte del mondo della produzione video: ho iniziato creando un prodotto a 360 gradi per poi specializzarmi nel montaggio video da remoto. Le passioni per la musica e l’insegnamento giocano un ruolo chiave nella creazione dei miei contenuti e nella stesura dei miei articoli.

La presenza di funghi tossici in Italia è aumentata a causa dei cambiamenti climatici e delle alterazioni ambientali. Questo fenomeno sta diventando un problema crescente, non solo per i cercatori di funghi, ma anche per i consumatori occasionali. Tra le nuove minacce che si stanno diffondendo nel territorio italiano ci sono i funghi esotici, provenienti da regioni tropicali, come il Chlorophyllum molybdites, una specie altamente tossica scoperta recentemente in Calabria.

Scoperti funghi tropicali in Calabria: sono i Chlorophyllum molybdites

Il Chlorophyllum molybdites, un fungo tropicale originario delle regioni calde e umide, è stato individuato sui monti calabresi. Questa scoperta ha allarmato i micologi e i responsabili della sanità perché la sua presenza è legata ai cambiamenti climatici che stanno trasformando l’ecosistema italiano. Secondo Ernesto Marra, responsabile dell’Ispettorato Micologico del Sian dell’ASP di Cosenza, il riscaldamento dell’atmosfera sta favorendo l’avanzamento verso Nord del clima tropicale, rendendo le aree costiere del Mediterraneo un habitat ideale per specie aliene.

Il Chlorophyllum molybdites è particolarmente insidioso per i cercatori di funghi inesperti perché può essere facilmente confuso con una specie commestibile, la Macrolepiota procera, conosciuta come “mazza di tamburo”. La somiglianza nell’aspetto e nell’habitat di crescita tra le due specie rende questo fungo un pericolo concreto per chi non ha esperienza nel distinguere i funghi commestibili da quelli tossici. Segnalato per la prima volta in Italia nel Messinese, il Chlorophyllum molybdites si sta rapidamente diffondendo in Calabria.

Gli esperti ritengono che il fungo continuerà a espandersi in nuove aree, perciò è fondamentale che i cercatori di funghi prestino la massima attenzione e sottopongano sempre il raccolto a un controllo di commestibilità presso gli Ispettorati Micologici delle Aziende Sanitarie Locali (ASL).

Quali sono i funghi tossici presenti in Italia e come si riconoscono

L’Italia ospita circa 5.000 specie di funghi differenti, alcune delle quali sono altamente tossiche e persino letali. Ogni anno si registrano migliaia di casi di intossicazione, causati principalmente dall’ingestione accidentale di funghi velenosi. Di seguito, vediamo le principali specie tossiche che è possibile incontrare nel nostro Paese, anche funghi pericolosi nell’acqua, e come riconoscerle per evitarne il consumo.

L’Amanita phalloides è probabilmente il fungo più velenoso in Italia. Si presenta con un cappello di colore bianco-giallastro o verdastro, liscio, e con lamelle bianche. Il gambo è cilindrico e bulboso alla base. Ingerire anche solo una piccola quantità di questo fungo può essere letale, causando gravi danni epatici e neurologici. La sindrome causata dalle amatossine in esso contenute è di lunga latenza, con sintomi che compaiono tra le 6 e le 12 ore dopo l’ingestione.

Simile all’Amanita phalloides, l’Amanita verna ha un cappello bianco liscio, lamelle fitte e gambo cilindrico. Cresce nei boschi di latifoglie in terreni calcarei e può essere facilmente confuso con funghi commestibili. Anche in questo caso, il rischio di intossicazione è altissimo e può risultare fatale.

Il Boletus satanas è un fungo dall’aspetto imponente, con un cappello bianco-grigio e sfumature verdi. Il gambo è tozzo e presenta tonalità giallognole. Alla sezione, il fungo assume una colorazione rossastra. Questo fungo è altamente tossico e causa sintomi gastrointestinali acuti.

Il Gyromitra esculenta, noto anche come Fungo della Mitra, è caratterizzato da un cappello bruno-rossiccio e un gambo biancastro con sfumature rosa. Cresce in terreni umidi di montagna e, sebbene sia profumato e invitante, contiene tossine che possono danneggiare seriamente il fegato.

L’Amanita muscaria, facilmente riconoscibile per il suo cappello rosso con puntini bianchi, è meno tossico rispetto alle altre Amanita, ma può causare sintomi come vomito, diarrea e persino allucinazioni se ingerito.

Lo Scleroderma citrinus, conosciuto come Falso Tartufo, questo fungo è globoso, privo di gambo e assomiglia a un tubero. La sua tossicità si manifesta con sintomi gastrointestinali intensi e può essere scambiato per un fungo commestibile.

Spesso confusa con la Macrolepiota procera, la Lepiota cristata ha un cappello bianco con screziature e un gambo sottile. Ingerirla può causare gravi intossicazioni.

La Russula emetica ha un colore rosso brillante ed è noto per provocare vomito violento, da cui deriva il nome “emetica”. Si trova nei boschi di latifoglie ed è molto comune.

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