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CURIOSITÀ 11 MAGGIO 2023

Incredibile scoperta sulle Alpi: ci sono dei microbi straordinari

Il problema della plastica diventa sempre più importante in tutto il mondo e sono varie le ricerche su organismi e metodi in grado di eliminarla o riciclarla. Tra le ultime scoperte, un’incredibile novità arriva dalle Alpi. Gli scienziati del WSL hanno trovato dei microbi nella catena montuosa in grado di digerire la plastica anche a basse temperature. Già in passato erano stati individuati microrganismi in grado di farlo, ma la differenza è che gli enzimi responsabili del processo, finora, erano efficaci solo a temperature superiori ai 30° C.

Lo studio sui microbi sulle Alpi

Il procedimento ad alte temperature ha bisogno di applicazioni industriali costose e inquinanti. I microbi trovati ad alta quota nelle Alpi e nelle regioni polari, invece, essendosi adattati al freddo, potrebbero lavorare bene anche a temperature molto basse. Per lo studio gli scienziati hanno campionato 19 ceppi di batteri e 15 di funghi cresciuti su della plastica libera o sepolta per un anno specificamente dagli studiosi per l’analisi. Le aree prescelte sono state la Groenlandia, le Svalbard e la Svizzera, in particolare la vetta del Muot da Barba Peider (2.979 m) e la valle Val Lavirun, entrambi nel canton Grigioni.

In laboratorio, i microbi sono stati fatti crescere e isolati in condizioni di buio e a 15° C. I risultati hanno mostrato che i ceppi batterici appartenevano a 13 generi dei phyla Actinobacteria e Proteobacteria, e i funghi a 10 generi dei phyla Ascomycota e Mucoromycota. Di questi, 19 ceppi, di cui 11 funghi e 8 batteri, sono stati in grado di digerire il poliestere-poliuretano biodegradabile (PUR) a 15° C, mentre 14 funghi e 3 batteri sono stati in grado di digerire le miscele plastiche di polibutilene adipato tereftalato (PBAT) e acido polilattico (PLA).

L’importanza dell’incredibile scoperta

Dalle analisi tramite la risonanza magnetica nucleare e un test sulla fluorescenza, è arrivata la conferma che i ceppi erano stati anche in grado di spezzare i polimeri di PBAT e PLA in molecole molto più piccole.

Il dottor Joel Rüthi, primo autore dello studio, ha spiegato che la ricerca ha dimostrato che “i nuovi dati tassonomici microbici ottenuti dalla ‘plastisfera’ dei suoli alpini ed artici sono stati in grado di abbattere la plastica biodegradabile già a 15° C”. La speranza è che questi organismi possano “aiutare a ridurre i costi e il peso ambientale di un processo di riciclaggio enzimatico della plastica”.

Secondo Slow Food, dagli anni ’50 a oggi, 6,3 degli oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica prodotta sono diventati spazzatura, ed entro il 2050 la quantità di plastica potrebbe superare di gran lunga quella dei pesci. Per questo sono varie le analisi sul perché produciamo tanta plastica e gli esperimenti per realizzare nuove plastiche biodegradabili o trovare metodi per sostituire o eliminare questa sostanza.

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