VIDEO
Cerca video
CURIOSITÀ 30 LUGLIO 2023

Perché un italiano sta vivendo con i microchip sottopelle

Da qualche anno si sentono notizie di persone che si sono fatte installare dei microchip sottopelle per sperimentazioni di vario tipo, alternate a teorie che accusano le Big Tech di voler controllare gli esseri umani con la tecnologia che entra direttamente nel corpo umano. Tra veri esperimenti e fake news, l’innovazione dei chip sottocutanei è ancora vista da molti con timore e sospetto.

Uno dei dubbi principali è: già l’intelligenza artificiale sta quasi uguagliando (e in certi casi ha persino superato) quella umana con relativa perdita di posti di lavoro sostituiti dai computer, se entrasse anche nel corpo non diventeremmo tutti semi-robot?

Davanti a questi quesiti, c’è un italiano che risponde con la sua storia spiegando che, invece, questo tipo d’innovazione potrebbe portare vari vantaggi in svariati campi, tra i quali quello della salute. Si tratta di un informatico di 35 anni che si è fatto installare 5 microchip.

Chi è Mattia Coffetti, l’informatico di Rodengo Saiano con i chip sottopelle

Mattia Coffetti, di Rodengo Saiano in provincia di Brescia, è appunto il primo italiano a essersi fatto installare cinque microchip sottocutanei per sfruttare le potenzialità della tecnologia direttamente sul proprio corpo. Il giovane di 35 anni è un esperto informatico con una passione per la tecnologia che è iniziata già in adolescenza. A 13 anni ha raccontato che installava sistemi operativi liberi sui pc degli amici.

Crescendo ha trasformato la sua passione per l’informatica in un lavoro e si è avvicinato al biohacking e al Transumanesimo, il movimento culturale che sostiene l’uso delle scoperte tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive. A BresciaOggi ha spiegato di aver visto “che c’erano già dei gruppi di persone che cominciavano a creare dei microchip inseribili sotto pelle con diverse caratteristiche e funzionalità”.

I mini circuiti elettronici intergrati si possono acquistare direttamente sul web a prezzi che vanno dagli 80 ai 200 euro, e vengono impiantati in appositi centri autorizzati che collaborano con le aziende che li vendono, di solito sono centri specializzati in piercing. Mattia ha quindi deciso di comprarne 5 da impiantare sottopelle, ma c’è anche chi è andato oltre come Patrick Paumen, l’uomo con 32 microchip sottocutanei.

A cosa servono i microchip sottocutanei che si è fatto impiantare

Due dei microchip sottocutanei di Mattia, come ha spiegato lui stesso, servono a poco o a nulla: si tratta di un magnete, utile per esempio a non perdere le viti quando si lavora, e un led che si illumina se avvicinato a una sorgente elettrica. Un terzo serve per aprire porte o serrande, per registrare e anche per poter condividere rapidamente, i propri dati anagrafici, lavorativi o sanitari, per esempio la carta d’identità o il profilo LinkedIn.

Con un altro dispositivo il 35enne riesce a pagare come se avesse una carta di credito sotto pelle che può essere ricaricata tramite un’app come fosse una prepagata. Basta avvicinare la parte del corpo in cui è installato il chip a qualsiasi lettore per eseguire la transazione. Coffetti afferma che questa tecnologia installata nel corpo lo facilita in varie attività quotidiane come appunto fare la spesa senza avere la necessità di dover portare carte, portafoglio e contanti o rientrare in casa senza l’uso di chiavi.

Ma c’è di più, le sperimentazioni d’integrazione tra tecnologia e corpo umano puntano anche a migliorare la vita nel campo della salute e della medicina e in futuro potrebbero anche aiutare a trovare una cura a malattie neuro-degenerative come Parkinson e Alzheimer. Il messaggio di Coffetti è infatti proprio quello di non aver paura di ciò che non si conosce ma cercare di abbracciare i lati positivi che l’utilizzo della tecnologia unita al corpo offre nella speranza di un futuro migliore.

49.048 visualizzazioni
Chiudi
Caricamento contenuti...