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CURIOSITÀ 03 LUGLIO 2024

Il mistero del computer più antico del mondo: ha 2.000 anni

Che i computer abbiano rivoluzionato l’umanità grazie alla loro introduzione nel corso del XX secolo è fuor di dubbio. Più in generale, lo ha fatto la tecnologia e lo sta facendo con sempre maggiore regolarità, viste le scoperte e le innovazioni che si fanno sempre più costanti e presenti nelle nostre vite.

Ma se vi dicessero che il computer più antico del mondo è molto più datato e risalente a un’epoca inimmaginabile? La scoperta ha del sensazionale e ci riporta indietro di almeno 2.000 anni. Se pensate che gli antichi misteri della storia si limitano solo alle mastodontiche costruzioni del passato come, ad esempio, le piramidi dell’antico Egitto, scoprirete che c’è anche dell’altro di altrettanto sorprendente e incredibile.

Il nuovo studio sul computer più antico

Senza le abilità tecnologiche degli ultimi decenni e senza la perseveranza degli addetti ai lavori, molti dei misteri dell’antichità sarebbero rimasti tali. È invece proprio grazie alle conoscenze sempre crescenti che siamo in grado d dare delle risposte a ciò che, fino ad oggi, una risposta non l’ha avuta. Un nuovo studio è stato in grado di fornire dettagli riguardo a un computer, il più antico della storia. Non dobbiamo pensare a un pc per come lo intendiamo oggi, ovviamente. Si tratta infatti di qualcosa risalente a prima della nascita di Cristo, dove anche solo per la mancanza di energia elettrica (giusto per citare un aspetto fondamentale) il paragone non sta in piedi.

Dopo più di un secolo possiamo finalmente dire di essere giunti a ottenere una risposta soddisfacente in merito a un rompicapo che sfidava gli studiosi. Fin dal 1901, infatti, anno del ritrovamento della macchina di Anticitera, ci si è arrovellati nel tentativo di comprendere il suo mistero, fino ad oggi senza successo. Ora gli studiosi sono riusciti a comprendere il funzionamento del sofisticato calcolatore astronomico in bronzo, costruito dagli antichi Greci tra il 150 e il 100 a.C .

È ritenuto il più antico calcolatore meccanico conosciuto, un sofisticato planetario mosso da ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del Sole, ma anche le fasi lunari e i movimenti dei cinque pianeti all’epoca noti. Oltre a ciò, permetteva di conoscere gli equinozi e i giorni della settimana.

È quanto emerge dallo studio degli astronomi di Glasgow Graham Woan e Joseph Bayley, pubblicato su Horological Journal. Si è scoperto che, tra le altre cose, il numero dei fori presenti nell’ingranaggio veniva utilizzato per tracciare le fasi lunari. Il meccanismo riusciva a predire anche le eclissi, la posizione del Sole e dei cinque pianeti allora noti.

La ruota che componeva l’antica macchina conteneva 354 o 355 fori, posizionati con estrema precisione. È la loro distanza a suggerire che la ruota servisse per indicare il calendario lunare. Insomma, un po’ quello che si pensa facesse ancor prima il sito neolitico di Stonehenge, un altro dei misteri non del tutto risolti del passato.

La scoperta della Macchina di Anticitera

La macchina di Anticitera fu scoperta a una profondità di circa 40 metri all’inizio del XX secolo all’interno di un relitto romano risalente al I secolo a.C., grazie alla segnalazione di un gruppo di pescatori di spugne. Il 17 maggio 1902 l’archeologo Valerios Stais notò che un blocco di pietra presentava un ingranaggio molto consumato dal tempo inglobato all’interno. Si trattava di un’intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni.

La macchina era delle dimensioni di circa 30×15 cm e dello spessore di un libro. È stata costruita in rame e originariamente montata in una cornice in legno. Oggi è conservata nella collezione di bronzi del Museo archeologico nazionale di Atene, insieme alla sua ricostruzione.

Le prime risposte sul funzionamento della macchina arrivarono nel 1951, quando il professor Derek de Solla Price comprese il funzionamento originario. Lo studio fu però complesso e costò quasi vent’anni di lavoro. Nel giugno 2016, un team di scienziati è riuscito a leggere le lettere di un’iscrizione incisa al suo interno, trovando indicazioni sull’uso specifico. Il 28 marzo 2022 venne pubblicato uno studio che analizzava i dati disponibili per determinare la data di calibrazione del meccanismo, il 23 dicembre 178 a.C.

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