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CURIOSITÀ 04 OTTOBRE 2024

Nave fantasma scoperta in mezzo al mare: il dettaglio misterioso e sorprendente

Marta Ruggiero

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videomaker

Giornalista, videomaker, copywriter e content creator. Mi occupo di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società. In passato ho lavorato in ambito televisivo. Osservo e racconto storie: penna e videocamera sono le mie fedeli compagne di viaggio.

È stata trovata una nave fantasma in mezzo all’Oceano Pacifico, al largo di San Francisco, in California. Un particolare ha sorpreso gli scienziati che stavano lavorando in quell’area. Si tratta del cacciatorpediniere USS Stewart, ritrovato a 1.065 metri di profondità, nel Cordell Bank National Marine Sanctuary.

Una scoperta che ha portato alla luce particolari sulla Seconda guerra mondiale. L’imbarcazione, infatti, è stata affondata nel 1946 da razzi dagli americani e ritrovata da tre AUV, veicoli sottomarini autonomi della Ocean Infinity, una società specializzata in robotica marina.

Riemerge una nave fantasma, il mistero attorno al suo destino

Gli esperti hanno passato in rassegna ben 37 miglia nautiche quadrate, che corrispondono a 127 chilometri quadrati, in meno di 24 ore per mappare il fondale marino. Si tratta di una scoperta importante sia dal punto di vista scientifico che storico. Lo Stewart, infatti, è appartenuto sia all’esercito americano che a quello nipponico.

La sua è una storia unica e affascinante. Il cacciatorpediniere ha cominciato a operare come supporto agli Stati Uniti nel 1941 ed è stato usato come nave di scorta durante i primi mesi della guerra nel Pacifico. Tuttavia è stato gravemente compromesso dai giapponesi durante la battaglia dello stretto di Badung, vicino a Bali, nel febbraio del 1942.

Nonostante tutto, è riuscito a tornare a Surabaya, sull’isola di Giava; ma il porto è stato attaccato dai nemici e la nave è stata affondata dal suo stesso equipaggio con un’esplosione nello scafo. Dopo circa un anno, però, i giapponesi lo hanno recuperato e usato come motovedetta per la Marina imperiale nipponica fino alla fine della guerra nel 1945. La nave è tornata sotto la bandiera statunitense quando il Giappone si è arreso. Troppo danneggiata, è stata dismessa e usata per le esercitazioni di tiro.

Un relitto rimasto quasi intatto, cambia il modo in cui si setacciano i fondali

Conosciuta anche come la “nave fantasma del Pacifico”, è lunga 314 piedi e ha abitato i fondali marini per quasi 80 anni. Nonostante l’usura del tempo, si è conservata quasi completamente intatta e in posizione verticale. “Questo livello di conservazione è eccezionale per una nave della sua età e la rende potenzialmente uno degli esempi meglio conservati di cacciatorpediniere a quattro canne della Marina degli Stati Uniti che esistano”, ha affermato Maria Brown, sovrintendente del Cordell Bank National Marine Sanctuary. Lo stesso destino non è toccato, però, al relitto del Titanic.

Dopo il suo affondamento al largo di San Francisco, le coordinate esatte della sua posizione sono andate perdute. Nonostante i numerosi tentativi di ritrovarla, è stata individuata quasi per caso. Ocean Infinity, che in passato aveva utilizzato i suoi droni per aiutare a ritrovare i relitti della USS Nevada e dell’Endurance, voleva mappare l’area sottomarina per testare i suoi più grandi robot sottomarini autonomi.

L’idea di prendere due piccioni con una fava e di usarli anche per la ricerca della nave fantasma è stata di Russ Matthews, presidente dell’organizzazione non-profit Air/Sea Heritage Foundation. “Credo che siamo nel mezzo di un cambiamento radicale nella scoperta degli oceani“, ha affermato Jim Delgado, vicepresidente senior di SEARCH, Inc, un’azienda di archeologia marittima coinvolta nel progetto. Questa strumentazione all’avanguardia, infatti, rappresenta anche un’importante aiuto per la costruzione di parchi eolici e per tracciare i percorsi migliori per passare cavi sottomarini.

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