Perché siamo attratti dall’odore dei libri? Vi siete mai chiesti perché entrando in libreria o in biblioteca siamo attratti irrisestibilmente dall’odore dei libri? A dare una risposta, ci prova la scienza. Lo studioso Andy Brunning rassicura: se quando prendiamo in mano un libro, lo apriamo e, immergendo il naso fra le pagine, inspiriamo a pieni polmoni, è del tutto normale! Lo scienziato è arrivato a distinguere due aromi principali sprigionati dai libri: quello dei testi nuovi e quello degli antichi volumi. Per i libri freschi di stampa, i composti chimici utilizzati sono migliaia, ma Brunning ne ha catalogati tre principali, che sono responsabili del loro caratteristico aroma: la carta e le sostanze utilizzate nella sua fabbricazione, gli inchiostri e gli adesivi per la rilegatura. Per i vecchi libri, invece, è stato più semplice scoprire da cosa derivi questa particolare attrazione olfattiva: la cellulosa e la lignina della carta, infatti, consumandosi rilasciano composti organici, da cui deriverebbe un profumo tipico e ineguagliabile. Le componenti di questo aroma sono vaniglia, benzaldeide – che ha un sentore di mandorla –, e altri odori dolci, sprigionati da etil-benzene e etil-esanolo. Si spiegherebbe quindi anche così la reticenza dei lettori più appassionati e incalliti ad abbandonare i sogni di carta per più moderni, e il più delle volte più leggeri, lettori di e-book.