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CURIOSITÀ 30 GENNAIO 2024

ReTro, la super scimmia clonata vissuta per anni: sconfiggeremo le malattie grazie a lei

Nel mondo della scienza un evento straordinario ha catturato l’attenzione di tutti: ReTro, la prima scimmia clonata al mondo a vivere per oltre due anni, aprendo nuove prospettive nella ricerca biomedica. La tecnica utilizzata, chiamata trasferimento nucleare di cellule somatiche (SCNT), ha superato le sfide che hanno limitato la clonazione dei primati in passato. Questo successo non solo rivoluziona le tecniche per replicare esseri viventi, ma promette di sconfiggere molte malattie umane attraverso approcci innovativi.

Perché la scimmia clonata ReTro è straordinaria

ReTro, il primo esemplare clonato di scimmia a essere così longevo, è un maschio di Macaca mulatta, appartente alla famiglia dei cercopitecidi. Quello che rende eccezionale ReTro è la sua età, dato che ha superato i due anni di vita – ora ne ha 3 e mezzo – per un traguardo senza precedenti nella clonazione dei primati.

La tecnica utilizzata, simile a quella che ha dato vita alla pecora Dolly nel 1996, ha subito molti miglioramenti nel corso dei decenni, fino ai risultati incredibili ottenuti nel 2020 con la nascita del macaco.

Il processo SCNT prevede il trapianto del nucleo di una cellula somatica in un ovocita privo di nucleo. In questo modo si crea un organismo geneticamente identico al donatore. Questo metodo era già stato utilizzato con successo su diverse specie, ma è stato perfezionato per superare le sfide specifiche legate alla clonazione dei primati.

Un team di scienziati della Chinese Academy of Sciences di Pechino ha sviluppato una tecnica innovativa, nota come trophoblast replacement, per migliorare lo sviluppo della placenta nei primati clone . Iniettando la massa cellulare interna di un embrione clonato in un secondo embrione non clonato, si è ottenuto un ibrido con una placenta sana.

Il ruolo degli animali clonati contro le malattie umane

La longevità di ReTro non è di certo solo un trionfo scientifico, ma apre la strada a nuovi approcci nella ricerca biomedica. Gli animali clonati, in particolare le scimmie, sono modelli perfetti per comprendere i meccanismi alla base di molte malattie umane, ma non solo.

La capacità di clonare con successo le scimmie ci dà informazioni preziose sul meccanismo di riprogrammazione delle cellule somatiche, il che apre nuove strade per la medicina rigenerativa.

In futuro potremmo addirittura essere in grado di creare arti o organi sani direttamente dalla persona che li necessita, azzerando il rischio di rigetto e creando parti del corpo perfettamente funzionanti e compatibili con l’ospite.

Il parere dell’esperto sulla clonazione degli animali

In un’intervista rilasciata all’ANSA, il biologo dello sviluppo Carlo Alberto Redi, presidente del comitato etico della Fondazione Veronesi e membro dell’Accademia dei Lincei, ha sottolineato l’importanza di distinguere la tecnica utilizzata dalla sua applicazione sulla clonazione umana.

Lo scienziato ha enfatizzato che la tecnica è eticamente rilevante dal momento che offre vantaggi e benefici nell’uomo, dalla comprensione dell’infertilità alla salvaguardia di specie in via di estinzione fino alla comprensione di malattie mitocondriali.

Il cloni di scimmia sono un “modello importantissimo per la biologia e la medicina”. E per questo, ha sottolineato ancora Carlo Alberto Redi, bisognerebbe “utilizzare la tecnica e non proibirla, come purtroppo accade in Italia”.

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