Questa incredibile teoria cambierà per sempre il vostro modo di guardare la saga fantascientifica anni ’80.
Non c’è dubbio, la trilogia firmata da Robert Zemeckis ha segnato profondamente l’immaginario di genere, conquistando generazioni e generazioni. Eppure solo oggi si fa strada una curiosa teoria, relativa a Marty McFly, il personaggio protagonista. All’inizio della prima pellicola, datata 1985, Marty è un giovane scapigliato e a tratti immaturo. Nel finale dello stesso film, invece, appare cambiato, sicuro e consapevole. Stando alla bizzarra teoria, ciò troverebbe risposta proprio nel viaggio nel tempo intrapreso dal protagonista. Secondo l’ipotesi, aiutare i genitori “nel passato” avrebbe suscitato in Marty dei cambiamenti “nel presente”.
Entriamo nel vivo della vicenda: la coppia, felice “nel presente” grazie all’intervento del figlio ritornato fantascientificamente “nel passato”, sarebbe stata in grado di offrire una vita più serena al giovane, portandolo a sviluppare un carattere più forte. In poche parole, il Marty della fine del primo “Ritorno al Futuro” sarebbe risultato del cambiamento degli eventi passati. Non è tutto: questo spiegherebbe anche perché il protagonista sia infastidito dall’essere definito un “fifone”; la sicurezza conquistata grazie al rimescolamento del passato lo avrebbe portato ad essere insofferente nei confronti di chiunque la metta in dubbio. Si tratta di una teoria interessante, dai risvolti psicologici affascinanti; di certo, riprova del fatto che la saga cult non passa mai di moda.