Le auto più vecchie del mondo che hanno fatto la storia

Senza le auto più vecchie del mondo, non avremmo mai potuto disporre degli esemplari tecnologici disponibili nei giorni nostri: rendiamo loro il giusto tributo

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 19 Ottobre 2024 17:24

Oggi siamo circondati da automobili sempre più moderne, comode, spaziose e piene di congegni elettronici. Ma che forme avevano le auto più vecchie della storia? Se ve lo siete mai chiesti, siete “atterrati” nell’articolo giusto, in quanto, nel corso dei prossimi paragrafi, andremo a ricordarle. Pensate di essere delle “enciclopedie viventi” in fatto di quattro ruote? È la vostra occasione per testate le vostre conoscenze.

Invece, qualora abbiate appena iniziato a documentarvi sulle vetture d’epoca, lasciatevi condurre dall’emozione. Ciascuno degli esemplari menzionati ha lasciato traccia del proprio passaggio e crediamo sia doveroso dare loro un meritato tributo.

Le antenate

Inevitabile partire dal bisnonno di tutti i mezzi in grado di muoversi da soli: il vecchissimo carro del francese Joseph Cugnot. Azionato da un motore a vapore a due cilindri, fu realizzato nel 1769 e fece ben poca strada: finì ingloriosamente contro un muro, perché era quasi impossibile sterzare e soprattutto frenare. Andò però meglio ad un secondo veicolo. Dopo più di un secolo, il primo prototipo al mondo di un’auto con motore a scoppio a benzina aveva tre ruote, e fu inventato dall’italiano Enrico Bernardi nel 1884.

Divenne un’auto di produzione 10 anni dopo, come dimostrano le immagini dello stesso Bernardi intento a guidare questo triciclo aperto e sbuffante, accanto alla moglie. La capostipite degli esemplari prodotti industrialmente fu però la Benz Patent motorwagen del 1886, un essenziale triciclo brevettato da Carl Benz, famoso anche per la coraggiosa traversata di 100 km da Mannheim a Pforzheim compiuti dalla moglie Bertha Benz. Pochi anni dopo, fu il belga Camille Jenatzy ad entrare nella storia con una strana auto costituita praticamente da una tavola su cui era applicata una carrozzeria a forma di siluro.

Mai contenta

La “Jamais contente”, (la “mai contenta”) aveva un motore elettrico, per dimostrare che andava meglio di quello a benzina, e superò per prima la velocità di 100 km/h. Tantissime le auto super vecchie provenienti dalla Francia, come la Peugeot Type 2 del 1891, prima automobile realizzata da un’azienda oggi bicentenaria che produceva di tutto, dalle biciclette ai macinini da caffè, oppure la Renault Voiturette del 1898, la prima auto della casa francese e curiosa antenata di tante “compatte” di oggi. In America, dove poi l’auto divenne un fenomeno inarrestabile, si arrivò un po’ dopo, con alcuni curiosi modelli, ancora vicini alle carrozze: tra i più originali c’è la Oldsmobile Curved Dash del 1901, così chiamata per la tipica pedana ricurva.

Nello stesso anno nasceva in Germania il marchio Mercedes, che produsse la prima auto che non somigliava a un calesse, la 35PS. E in Italia? Dopo il triciclo Bernardi, comparvero tante aziende, tra cui la Fabbrica Italiana Automobili Torino, nota oggi da tutti come Fiat, con la 3,5 HP del 1899, una “moderna” due posti aperta lunga poco più di due metri. E un’altra casa merita di essere ricordata: la Darracq. Un’azienda francese del 1896 che si distinse con modelli da corsa, come quello della foto, e che aprì una filiale in Italia: questa nel 1909 fu venduta a un gruppo di finanzieri lombardi, che crearono l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, l’attuale Alfa Romeo.