Dopo il GP Ungheria che ha visto l’ennesimo trionfo di Max Verstappen e della Red Bull, la F1 torna in pista e questa volta lo fa a Spa-Francorchamps, dodicesimo appuntamento del Mondiale 2023 e ultima gara prima della pausa estiva. Anticipato di un mese per motivi di calendario, oltre a essere uno degli appuntamenti più amati dai piloti, grazie al layout del tracciato, è anche uno dei circuiti più apprezzati.
Non si può dire che nelle ultime gare la Ferrari abbia brillato. E a Budapest è andata anche peggio, su una pista che avrebbe dovuto essere favorevole alle caratteristiche della SF-23. La Rossa non è riuscita a portare a casa più di un settimo e un ottavo posto ma le cose a Spa potrebbero cambiare.
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Ferrari: dove sei?
Se all’Hungaroring, un tracciato che avrebbe dovuto ben sposarsi con le caratteristiche della SF-23, la vettura italiana è stata la quarta forza in campo, è normale pensare che in quel di Maranello si apprestino ad affrontare il GP Belgio, altra pista che dovrebbe premiare il Cavallino Rampante, senza troppe aspettative.
Eppure, tutti sperano che a Spa le cose possano andare diversamente. Anche quello tra le Ardenne coi suoi rettilinei, ha un layout che potrebbe sorridere alla Ferrari. E se così fosse, Sainz e Leclerc potrebbero chiudere magari con un podio la prima parte del Mondiale di F1.
A creare dei grattacapi alla Rossa sulla pista belga sarà il tratto misto dove potrebbero eccellere Mercedes e McLaren. La Rossa, a differenza della concorrenza diretta, ha mostrato un netto passo indietro a livello di prestazione, non ha il passo delle avversarie (sia in pista e tanto meno in fabbrica) e la SF-23 continua ad avere grosse difficoltà nei tratti più guidati, dove la trazione è fondamentale.
Il circuito
Il circuito di Spa-Francorchamps, situato nelle vicinanze della cittadina omonima, nelle Ardenne, è stato inaugurato nel 1924. Costruito nei primi anni ’20, inizialmente più che pensare di creare un circuito dove far correre le automobili, venne pensato per unire le strade delle cittadine di Francorchamps, Malmedy e Stavelot.
Nella sua configurazione originale, il circuito era lungo più o meno 14 chilometri e fin dalle primissime edizioni è diventata una delle piste più spettacolari e amate dagli appassionati e dai piloti proprio grazie al disegno del tracciato.
Eau Rouge, Raidillon, La Source, Blanchimont. Questi sono solo alcuni dei nomi dei curvoni di Spa che hanno fatto la storia del GP Belgio. Una pista old school che, per la sua immensa tecnicità, viene definita “L’università della F1” per la varietà di curve, rettilinei e dislivelli.
La categoria massima del Motorsport arrivò in Belgio solo dopo la Seconda Guerra Mondiale ma, a causa delle velocità molto elevate, quello di Spa fu spesso teatro di incidenti mortali e questo portò i piloti di F1 a votare per trasferire la sede del GP Belgio presso altri tracciati. Il Circus farà il suo ritorno a Spa solo nel 1983 e, proprio per la sicurezza, vennero fatte diverse modifiche alla pista nel corso degli anni, l’ultima appena un anno fa, nel 2022.
Buona parte dei ritocchi hanno riguardato la sezione dell’Eau Rouge-Raidillon dove è stata creata una via di fuga più grande e sono state levate le barriere di protezione ad inizio curva mentre in altre zone del tracciato le aree esterne delle chicane, per motivi di sicurezza, sono state sostituite da via di fuga con ghiaia.
Torna la Sprint Race
Proprio in occasione del GP Belgio, il format della Sprint Race tornerà a vestire il ruolo di protagonista dell’intero fine settimana, per la prima volta in assoluto sulla pista di Spa. Forse proprio questo potrebbe essere l’arma in più della Ferrari per tornare sul podio visto che, sia a Baku sia al Red Bull Ring, la Rossa è riuscita a salire sul podio proprio in occasione di due weekend condizionati dal format alternativo.
Per questo motivo il fine settimana cambia leggermente. Le sessioni di prove libere del venerdì da due, diventano una sola. Questo perché, sempre al venerdì, i piloti saranno impegnati nella qualifica che decreterà la griglia di partenza del GP Belgio.
Il sabato, invece, è completamente dedicato alla Sprint Race. Al mattino viene disputata la Sprint Shootout, una specie di qualifica che determinerà l’ordine di partenza della corsa vera e propria del sabato pomeriggio, la F1 Sprint.
Fondamentali le prove libere 1
Oltre alla complessità del tracciato, il GP Belgio è conosciuto per l’imprevedibilità del clima che, ogni anno, rende le cose più difficili a team e piloti. E quest’anno, proprio per l’introduzione della Sprint Race in quel di Spa, i team sono chiamati a un ulteriore sforzo proprio perché per trovare l’assetto ideale delle vetture avranno a disposizione le sole FP1.
Poco prima dell’inizio delle qualifiche, al venerdì, il set-up delle monoposto sarà congelato e sarà impossibile per tecnici e meccanici mettere mano alle vetture per modificarne la configurazione. Pena partenza dalla pit-lane sia in occasione della Sprint Race sia della gara vera e propria, la domenica. E come se non bastasse, ci sono grandi probabilità che il meteo possa mischiare le carte in tavola.
Anticiparlo non è servito per allontanare l’incubo pioggia
Chi ha ancora in mente l’edizione 2021 del GP Belgio alzi la mano. Il clima imprevedibile segnò in maniera indiscutibile quell’edizione. Dopo oltre tre ore di attesa e rinvii a causa della pioggia, vennero percorsi appena due giri dietro alla Safety Car, con posizione congelate, e la gara finì dietro la vettura di sicurezza attribuendo la vittoria a Max Verstappen.
Ma le vere vittime di quello che ancora oggi viene definito “GP farsa”, sono stati gli spettatori paganti che trascorsero una giornata infernale nel fango, con la speranza che il GP potesse partire regolarmente. Tutto ciò senza avere nessuna comunicazione.
Probabilmente è proprio il meteo uno dei motivi che ha spinto allo spostamento del GP Belgio da fine agosto a fine luglio. Nonostante a Spa si corra con un mese di anticipo, il meteo sarà nuovamente un fattore da tenere in considerazione.
Le previsioni indicano possibilità di pioggia molto alta per tutto il fine settimana. Sicuramente troveremo la pista bagnata sia venerdì sia sabato mentre domenica le percentuali di pioggia, durante la corsa, si aggirano tra il 48% e il 52%.
Fossi in Niels Wittich, il direttore di gara, sarei preoccupata. Preoccupata perché con condizioni meteorologiche così instabili potrebbe trovarsi nella condizione di prendere delle decisioni che non saranno facili, soprattutto visti i precedenti. E se già a creare problemi ai piloti sarà la pioggia, non saranno da meno le temperature atmosferiche: 21 gradi venerdì, 22 sabato e 19 domenica con vento forte oltre i 20 chilometri orari. Una condizione che renderà le monoposto difficili da guidare, tra correnti che potrebbero portare fuori asse le vetture e pneumatici che avranno difficoltà ad andare in temperatura.
È vero che mancano ancora più di ventiquattr’ore alla prima (e unica) sessione di prove libere in quel di Spa. Tutto può cambiare, è vero. Ma sulle Ardenne, a causa del microclima capriccioso della zona, i cambiamenti di solito sono in peggio. Quasi sempre. I commissari stanno già spolverando le bandiere rosse. Se è altamente probabile vederne almeno una durante la corsa, non mi stupirei di assistere a un loro sventolamento anche in occasione della Sprint Race del sabato. Le incognite del GP Belgio sono tante. Un po’ di imprevisti che potrebbero stoppare lo strapotere di Max Verstappen non guastano. Di certo una corsa dal risultato non scontato regalerà più “appeal” alla categoria.