Aumento dei pedaggi sulle autostrade diventa un caso politico, accuse a Salvini ed emendamento ritirato

L'ipotesi di aumento dei pedaggi autostradali da agosto ha provocato lo scontro in maggioranza e le critiche di opposizioni e Codacons

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L’ipotesi di un emendamento che aumenti il costo dei pedaggi sulle autostrade a partire dal 1 agosto ha scatenato le critiche di tutto il mondo politico. L’emendamento proviene dai relatori del decreto-legge infrastrutture, ma Salvini ha chiesto il ritiro che, dopo numerose polemiche, è avvenuto da parte dei firmatari di FdI.

La proposta

Quattro relatori, due di Fratelli d’Italia, uno di Forza Italia e una della Lega, avevani proposto l’emendamento, corredato da una relazione tecnica che spiega le motivazioni alla base dell’ipotesi di aumentare i pedaggi sulle autostrade.

In poche parole, l’Anas doveva riuscire a coprire in modo definitivo il fabbisogno di risorse che negli ultimi anni è strutturalmente aumentato a causa di circostanze quali la ridefinizione della rete in gestione.

Secondo i relatori andava considerato l’incremento dei costi anche per l’illuminazione pubblica delle strade e altre attività non coperte dall’attuale contratto di programma. Si sarebbe trattato di circa 90 milioni di euro annui, che sarebbero stati finanziati con un aumento di un euro ogni 1.000 km, generalizzato per tutte le categorie di veicoli.

Le critiche

Immediata la reazione delle opposizioni e del Codacons, che avevano denunciato un aumento dei pedaggi proprio nel periodo delle vacanze estive. Il 2025, già difficile per molti italiani che non potranno viaggiare, per chi si metterà in viaggio ci sarebbe stato il rischio di un aggravio. “Così gli utenti saranno doppiamente danneggiati”, aveva scritto il Codacons.

Le critiche più forti sono arrivate anche da +Europa, dove Riccardo Magi aveva osservato come non bastavano i ritardi dei treni, i taxi introvabili e le condizioni disastrose di alcune strade, il costo della vita in aumento e i salari fermi: non poteva mancare la penalizzazione degli italiani durante le ferie estive.

“È paradossale che lo stesso governo che avalla una spesa faraonica di 13,5 miliardi di euro per un’opera tuttora fantasiosa come il ponte sullo Stretto non riesca a trovare 90 milioni per evitare che siano, ancora una volta, i cittadini a pagare il conto degli aggravi di Anas”, aveva scritto la vice capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera, Ilaria Fontana.

Ci aveva messo del suo anche Matteo Renzi, che sui social sull’aumento dei pedaggi autostradali commenta: “I consumatori giustamente si indignano e allora Fratelli d’Italia esprime disappunto per la scelta della maggioranza”. Secondo Renzi “questi aumentano le tasse e poi fanno finta di essere tristi per l’aumento delle tasse”. La decisione va ancora una volta contro quanto millantato in passato dal governo, come nel 2018 quando Giorgia Meloni diceva no all’aumento indiscriminato dei pedaggi, perché non si poteva scaricare sui cittadini il peso dei favori verso i concessionari delle autostrade.

Il blocco di Matteo Salvini

Forse saranno state le critiche, ma Matteo Salvini ha richiesto il ritiro dell’emendamento. Si tratta di un ennesimo contrasto all’interno della maggioranza proprio sul decreto Infrastrutture. Fratelli d’Italia ha espresso disappunto per la norma e le forti critiche potrebbero aver portato alla nota della Lega in cui si chiede di bloccare l’adeguamento del sovracanone sui pedaggi autostradali.

Quindi i deputati di Fratelli d’Italia, Antonio Baldelli e Massimo Milani, relatori del dl Infrastrutture, hanno annunciato il ritiro dell’emendamento: “Non ci sogneremo mai di portare avanti un emendamento non condiviso dal ministro competente, e quindi accogliamo con grande favore l’invito del ministro Salvini a ritirare l’emendamento riguardante il tema del sovracanone a favore di Anas”.

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