Garlasco, l'avvocato di Stasi parla del dna ignoto trovato in bocca a Chiara Poggi: l'analisi di De Rensis
Si continua a indagare sul delitto di Garlasco dopo che è stato confermato dalla ripetizione delle analisi il profilo “ignoto” rinvenuto sul tampone oro-faringeo di Chiara Poggi. “Oggi sappiamo che è presente nel cavo orale della povera Chiara un Dna maschile, ignoto, non sappiamo a chi appartiene”, ha commentato l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi. Il legale ha aggiunto che tale scenario potrebbe rappresentare un “elemento importante” nello sviluppo delle indagini.
- Dna "ignoto" nella bocca di Chiara Poggi: parla il legale di Alberto Stasi
- Garlasco, le conferme sul profilo "ignoto"
- I dettagli relativi ai test
Dna “ignoto” nella bocca di Chiara Poggi: parla il legale di Alberto Stasi
“Ora, come prima cosa, nel momento in cui ci saranno le risultanze scientifiche, la Procura che è l’unica titolata a svolgere le indagini, dovrà compiere tutti gli accertamenti al fine di valutare, stabilire, se si può affermare a chi appartenga questo Dna”. Così De Rensis in una dichiarazione rilasciata nel programma di Rai Tre “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno.
“Questo è un ulteriore elemento investigativo che dovrà essere sviluppato”, ha aggiunto l’avvocato difensore di Stasi.
ANSA
“Certo questa possibilità potrebbe, con tutta la prudenza del caso, rappresentare un elemento importante, ma al momento non dobbiamo dimenticare che è di un soggetto sconosciuto“, ha proseguito De Rensis.
“Dobbiamo procedere con prudenza e per gradi, ricordando a tutti noi che chi svolge le indagini è la Procura della Repubblica“, ha concluso il legale.
Garlasco, le conferme sul profilo “ignoto”
Nelle scorse ore, attraverso la ripetizione delle analisi, è arrivata la conferma sul profilo “ignoto” trovato sul tampone oro-faringeo della vittima del delitto di Garlasco.
Gli esami effettuati dalla perita Denise Albani, genetista della polizia scientifica incaricata dalla giudice Daniela Garlaschelli per l’incidente probatorio, hanno dato esito sovrapponibile ai precedenti test.
Dunque è stata confermata la presenza di un Dna per ora non ancora attribuito sul reperto.
I dettagli relativi ai test
I test non hanno riguardato un raffronto con potenziali soggetti. Ciò significa che i periti hanno solamente, come già nel primo esame, escluso i profili di quelle persone che hanno preso parte all’autopsia svolta nel 2007 e dei poliziotti della Scientifica che hanno effettuato concretamente l’esame.
Uno dei cinque campioni aveva immediatamente fatto emergere una contaminazione attribuita all’assistente del medico legale Marco Ballardini.
Altre comparazioni, informali, sono state svolte dagli esperti delle parti che hanno avuto gli esiti di recente. Da tali esiti sono state escluse le attribuzioni al profilo “ignoto” sia di Stasi, sia del nuovo indagato Andrea Sempio.
