Pedofilia nel caso di Garlasco, dalla chiavetta USB di Chiara Poggi ai verbali di Paola Cappa e del suo ex

Cosa conteneva la chiavetta USB di Chiara Poggi? Facciamo luce su una delle ombre del delitto di Garlasco e sulle rivelazioni di Paola Cappa

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Da giorni è in corso il dibattito che legherebbe il delitto di Garlasco alla pedofilia. Chi ha memoria ricorderà che poco dopo la morte di Chiara Poggi venne fuori che la 26enne avrebbe trovato materiale pedopornografico nel computer del fidanzato di Alberto Stasi, che quindi l’avrebbe uccisa per tapparle la bocca. La pista pedopornografica si dimostrò senza alcun fondamento, eppure le teorie che legherebbero l’omicidio ad altri casi di abusi su minori insistono nella seconda inchiesta: la chiave di lettura è nella chiavetta USB di Chiara, all’interno della quale risultano contenute ricerche sull’argomento che la ragazza fece mesi prima della sua morte.

Gli articoli sulla pedofilia nella chiavetta USB

In un video pubblicato il 30 aprile 2025 sul canale YouTube Darkside Italia il giornalista Gianluca Zanella ha rivelato in esclusiva il contenuto della pendrive di Chiara Poggi di cui la redazione ha ottenuto copia. All’interno, secondo Zanella, sono contenuti dei file sull’anoressia e la pedofilia.

Alcune indiscrezioni erano trapelate nel 2009 da una consulenza informatica della famiglia Poggi, parte civile. Darkside Italia, quindi, in un filmato di 20 minuti ha riportato tutti i contenuti della chiavetta USB, scendendo nei dettagli.

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Cosa c’era nella chiavetta USB di Chiara Poggi? Secondo le ultime indiscrezioni la vittima, mesi prima di morire, aveva fatto ricerche sulla pedofilia e l’anoressia

In primo luogo si trattava di una pendrive del marchio Kingston con una capacità di 2 gigabyte. Al suo interno si trovavano diversi file e documenti di lavoro, oltre a ricerche sul surf o sulle gang femminili dell’America Latina. Altri file erano contenuti di Marilyn Manson, un dettaglio che più volte è stato oggetto di speculazioni con tentativi di collegare – per questo e altri motivi eterogenei alla chiavetta – il delitto di Garlasco al satanismo.

Infine, c’erano una serie di documenti PDF. Uno in particolare, rinominato da Chiara Pedofilia 1, 2, 3 raccoglieva un articolo pubblicato da Licia Granello il 19 maggio 2007 dal titolo Aiuto, ho visto il lupo cattivo, un’inchiesta – appunto – sulla pedofilia. Sullo stesso argomento Chiara Poggi aveva scaricato un altro file PDF rinominato Abusati: si trattava di un articolo di Concita de Gregorio dal titolo La Mala Educacion in cui si affrontava l’argomento degli abusi sui minori perpetrati da esponenti della Chiesa Cattolica.

Altri file salvati riguardavano l’anoressia ma anche le droghe e il delitto perfetto. Elementi, questi, che oggi suonano inquietanti ma che andrebbero considerati nel contesto della curiosità di una ragazza di 26 anni, certamente molto attenta all’attualità e ai pericoli della società.

Le molestie raccontate da Paola Cappa

Paola Cappa, ricordiamo, è una delle gemelle Cappa (sorella di Stefania) nonché cugina di primo grado di Chiara Poggi. Nei primi giorni dopo il delitto fece discutere un memoriale a lei attribuito (ma, nei fatti, mai scritto dalla ragazza) sul fotomontaggio della discordia.

Come ricostruisce Darkside Paola, il 15 agosto 2007, agli ufficiali della polizia giudiziaria di Vigevano suggerì di “cercare l’omicida tra i suoi ex colleghi di Pavia e gli attuali di Milano” nell’ipotesi che la vittima avesse ricevuto “delle avance non corrisposte da qualche uomo che non ha accettato il rifiuto”. Paola spiegò che questo ragionamento era dovuto a molestie che lei stessa diceva di aver subito da bambina da parte di un uomo adulto e delle quali era riuscita a parlarne ai genitori solamente dopo tanti anni.

La telefonata all’ex ragazzo

In quel 15 agosto 2007 Paola Cappa aggiunse che – oltre ai suoi genitori – l’unica persona a conoscenza di quelle presunte molestie era l’ex fidanzato Alessandro. Lo stesso riferì agli inquirenti che il 13 agosto 2007, tra le 15:30 e le 16:00, ricevette una telefonata anonima in cui dall’altra parte del telefono una voce femminile disse: “È morta mia cugina, aveva solo 25 anni, era a casa da sola”.

Alessandro, quindi, avrebbe chiesto chi fosse a parlare e la voce rispose: “Andrea, aiutami”. Il giovane precisò che il suo nome era Alessandro, quindi l’interlocutrice si identificò come Paola. Agli inquirenti, inoltre, l’ex fidanzato della gemella Cappa confermò il racconto di Paola sulle molestie subite, ma il suo verbale risulterebbe tagliato in un punto: “Ho appreso di quanto è successo a Garlasco solo attraverso i giornali e la Tv. Voglio precisare che dopo il fatto, credo…”, poi più niente.

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