Tregua a Gaza, Joe Biden dopo i colloqui a Doha: "Il cessate il fuoco non è mai stato così vicino"

A margine dei colloqui tenuti a Doha, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto ottimista sulla tregua a Gaza: "Cessate il fuoco vicino"

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Passi avanti per il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha aggiunto che tale risultato “non è mai stato così vicino”.

Colloqui a Doha terminati: i risultati e il prossimo appuntamento

Le parole del Potus arrivano dopo la conclusione dei due giorni di vertice che si sono tenuti a Doha: al centro di essi, oltre alla tregua, anche il rilascio degli ostaggi.

I dialoghi riprenderanno la prossima settimana tra i Paesi mediatori, Usa, Egitto e Qatar mentre domenica 25 agosto, al Cairo, è attesa una squadra negoziale da Israele.

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Joe Biden ha annunciato che non correrà nelle prossime elezioni presidenziali ma sosterrà la candidatura della sua vice, Kamala Harris

Tregua a Gaza, Joe Biden manda Anthony Blinken in Israele

La Casa Bianca fa sapere che i colloqui a Doha su Gaza sono stati seri e costruttivi e ribadisce che “non c’è più tempo da perdere né scuse da nessuna delle parti per ulteriori ritardi”.

L’intento di Washington è far rilasciare ostaggi e detenuti e attuare il tanto agognato cessate il fuoco. “Se Hamas dovesse dire di no all’accordo dovrebbe pensare alle conseguenze per la gente di Gaza, perché l’accordo è stabilito ed è pronto per essere implementato“, ha detto un alto funzionario della Casa Bianca ad alcuni giornalisti a Doha.

In una nota poi Joe Biden aggiunge di voler inviare il segretario di stato Anthony Blinken in Israele per concludere l’accordo. È previsto anche un incontro di quest’ultimo con Benyamin Netanyahu.

Incontro a Doha per il cessate il fuoco, le reazioni

Non si è fatta attendere la risposta di Hamas, secondo cui i risultati sbandierati dagli americani dopo gli incontri a Doha creano un “clima falsamente positivo da chi sta solo cercando di guadagnare tempo”.

Come riporta Ansa, Iran e Hezbollah hanno collegato il buon esito dei colloqui alla possibilità di frenare il contrattacco dopo l’uccisione del comandante della milizia sciita Fadi Shukr, a Beirut, e del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh a Teheran.

Da Israele arrivano conferme che i colloqui sono stati “positivi“.

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Il viaggio di Blinken servirà a sottolineare la necessità “di evitare l’escalation o qualsiasi altra azione che potrebbe compromettere la conclusione dell’accordo”, scrivono dagli Stati Uniti.

Sono stati confermati poi i colloqui tra il primo ministro del Qatar, Muhammad al Thani, e il ministro degli Esteri dell’Iran, Ali Bagheri Kani. Il primo ha ribadito la richiesta di non attaccare Israele durante i negoziati, conditio sine qua non per attuare l’accordo.

Cosa manca allora per l’ok definitivo? I punti di divergenza maggiori sono il controllo del corridoio Filadelfii, tra Gaza e Egitto, e il corridoio Netzarim attraverso il quale gli abitanti potranno tornare nel nord della Striscia.

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