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CURIOSITÀ 27 OTTOBRE 2024

Gli alberi non assorbono più Co2, prepariamoci al disastro

Gli oceani, le foreste, i suoli e altri serbatoi naturali di carbonio del pianeta assorbono circa la metà di tutte le emissioni umane. Si sa bene quanto le microscopiche creature marine e gli alberi siano fondamentali per la tenuta di tutti gli ecosistemi e per la nostra atmosfera. Ma man mano che la Terra si riscalda, a causa dei cambiamenti climatici, gli scienziati avrebbero scoperto che questi processi cruciali si stanno interrompendo. Cosa succede e quali saranno le conseguenze?

Nel 2023 gli alberi e il suolo non hanno assorbito la Co2

In particolare, uno studio ha mostrato che nel 2023, l’anno più caldo mai registrato, la quantità di carbonio assorbita dal suolo è temporaneamente crollata. Il risultato finale è stato che le foreste, le piante e il suolo non hanno assorbito quasi per nulla CO2.

“Stiamo vedendo delle crepe nella resilienza dei sistemi terrestri. Gli ecosistemi stanno perdendo la loro capacità di immagazzinare e assorbire carbonio, ma anche gli oceani stanno mostrando segni di instabilità”, ha dichiarato Johan Rockström, direttore dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico, durante un evento a New York. “La natura ha finora bilanciato i nostri abusi. Tutto questo sta per finire”, ha detto.

In realtà la situazione che si è verificata nel 2023 potrebbe essere temporanea. Senza devastanti situazioni di siccità o incendi, il terreno tornerebbe ad assorbire nuovamente il carbonio. In ogni caso quanto accaduto l’anno scorso dimostra la fragilità di questi ecosistemi, con enormi implicazioni per la crisi climatica.

In assenza di una tecnologia in grado di assorbire Co2 su larga scala, le vaste foreste, praterie, torbiere e oceani della Terra rappresentano l’unica opzione per ridurre l’inquinamento da carbonio prodotto dall’uomo, che ha raggiunto la cifra record di 37,4 miliardi di tonnellate nel 2023.

Almeno 118 paesi fanno affidamento sul territorio per raggiungere gli obiettivi climatici nazionali. Ma l’aumento delle temperature, l’aumento delle condizioni meteorologiche estreme e la siccità stanno spingendo gli ecosistemi a non funzionare più correttamente

Gli scienziati non l’avevano previsto: scatta l’allarme

Gli attuali modelli climatici non tengono in considerazione il processo delle foreste di assorbire Co2, perciò gli scienziati non avevano previsto questa situazione. Se non si interviene subito la fine della Terra sarebbe vicina.

Anche un modesto indebolimento della capacità della natura di assorbire carbonio significherebbe che il mondo dovrebbe fare tagli molto più profondi alle emissioni di gas serra per raggiungere lo zero netto. L’indebolimento dei pozzi di suolo ha anche l’effetto di annullare i progressi delle nazioni sulla decarbonizzazione e il progresso verso gli obiettivi climatici, qualcosa che si sta rivelando molto difficile per molti paesi.

“La questione dei pozzi naturali non è mai stata affrontata adeguatamente in ambito politico e governativo. Si presume che i pozzi naturali saranno sempre con noi. La verità è che non li capiamo veramente. Cosa potrebbe succedere se smettono di funzionare perché il clima sta cambiando?”, è l’allarme di Watson capo del gruppo di scienze marine e atmosferiche dell’Università di Exeter.

Molti ricercatori sostengono che la vera sfida è proteggere i pozzi e i depositi di carbonio di cui già disponiamo, arrestando la deforestazione, riducendo le emissioni e garantendo che siano quanto più sani possibile.

“Non possiamo semplicemente dare per scontato che abbiamo foreste e che le foreste rimuoveranno parte della CO2, perché a lungo termine non funzionerà”, ha detto il professor Pierre Friedlingstein dell’Università di Exeter.

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