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CURIOSITÀ 11 DICEMBRE 2023

Un buco nero mostruoso mette in discussione la scienza

La NASA ha annunciato una scoperta epocale nel campo dell’astronomia: l’identificazione del buco nero più antico mai osservato nello Spazio, al centro della galassia UHZ1. Questo straordinario risultato è stato possibile grazie all’utilizzo congiunto dei telescopi James Webb e Chandra. La scoperta rivoluzionaria apre nuove prospettive sulla comprensione dell’Universo e getta luce sulle sue fasi iniziali, quelle che hanno fatto seguito al Big Bang.

La scoperta della NASA: è il buco nero più antico mai rilevato

Il buco nero è stato individuato in una galassia chiamata UHZ1, situata nella direzione del cluster galattico Abell 2744 o Ammasso di Pandora. Si trova a una distanza di 3,5 miliardi di anni luce dalla Terra. Sorprendentemente, i dati raccolti dal telescopio James Webb hanno rivelato che la galassia è molto più distante dal suo ammasso, e si trova a 13,2 miliardi di anni luce dalla Terra. Risale dunque a quando l’universo era solo al 3% della sua età attuale.

Attraverso oltre due settimane di osservazioni con il telescopio orbitale Chandra, a raggi X, gli scienziati hanno identificato la presenza di gas super riscaldato, segno distintivo di un buco nero particolarmente massiccio e in fase di crescita. La luce proveniente dalla galassia e i raggi emessi dal gas sono stati amplificati di circa quattro volte dall’effetto lente gravitazionale dello stesso Ammasso di Pandora.

Perché il buco nero di UHZ1 è così importante per la scienza

Il mostro scoperto nello Spazio è nato solo 470 milioni di anni dopo il Big Bang e ha una massa 10 volte più grande del suo omologo presente della nostra galassia, la Via Lattea, che a sua volta possiede una massa di circa 4,5 milioni di volte quella del Sole. Tutto questo rappresenta un vero mistero per i ricercatori: i buchi neri più antichi sono in genere molto meno massicci.

Nuovi interrogativi si pongono anche sulla formazione di questa tipologia di corpi celesti: l’ipotesi è che abbiano avuto origine direttamente dal collasso di massicce nuvole di gas e non derivo derivino dunque dall’esplosione delle prime stelle.

Andy Goulding, dell’Università di Princeton, ha spiegato che esistono limiti fisici su quanto velocemente i buchi neri possono crescere dopo la loro formazione. Tuttavia quelli nati più massicci potrebbero partire avvantaggiati. Sarebbe, citando un suo esempio, come piantare un alberello, che impiega meno tempo a crescere rispetto a quando si parte solo da un seme.

Il team di Akos Bogdan del Center for Astrophysics dell’Harvard & Smithsonian ha raccolto prove significative che il buco nero appena scoperto sia nato già massiccio, con una stima di massa compresa tra 10 e 100 milioni di volte quella del Sole: troppo elevata per risalire all’Alba Cosmica e per essere stato originato da una stella.

Che cos’è un buco nero in parole semplici

Un buco nero è una regione dello spazio in cui la gravità è così intensa che nemmeno la luce può sfuggirle. Questo fenomeno si verifica quando la materia è compressa in uno spazio estremamente piccolo, un evento comune durante la morte di una stella. Nonostante la loro invisibilità, gli scienziati possono identificare i buchi neri osservando il modo in cui la gravità influenza le stelle e il gas circostanti.

Esistono diverse tipologie di buchi neri, tra cui quelli stellari, con una massa fino a 20 volte quella del Sole, e quelli supermassicci, con masse superiori a un milione di volte quella del Sole. La scoperta del buco nero della galassia UHZ1 fornisce una preziosa occasione per approfondire la comprensione di come questi oggetti si formino e si evolvano. Il buco nero più antico mai rilevato apre la strada a nuove domande e riflessioni sulla formazione e l’evoluzione dei buchi neri e delle galassie stesse.

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