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CURIOSITÀ 30 GENNAIO 2023

Chi sono i "vampiri energetici" e perché starne alla larga

I “vampiri energetici” (o emotivi) sono caratterizzati da una particolare condizione psicologica che li spinge a ‘succhiare’ l’energia vitale delle persone che li circondano. Così facendo, incidono sulla volontà del prossimo e lo intrappolano nei loro schemi mentali.

Non si riconoscono dal pallore inumano o dai denti a punta: sono subdoli e difficili da smascherare al primo sguardo. Ecco perché è importante sapere quali sono le loro caratteristiche e starci alla larga il più possibile.

Chi sono i “vampiri e energetici”

I vampiri energetici sono persone normalissime all’apparenza, ma in realtà – in maniera più o meno consapevole – ‘si nutrono’ delle energie di coloro che stanno loro vicino. Il risultato è che provocano stress e spossatezza nel prossimo. Non sono per forza persone in malafede, spesso non sono semplicemente in grado di produrre la vitalità che gli serve e la prendono dagli altri.

Un punto cruciale, però, riguarda la vittima: se possono sfruttarla, è perché lei glielo permette. In sostanza scelgono le persone che si mostrano deboli e che si rendono disponibili agli attacchi.

Ma come si fa a riconoscerli? Fra i loro tratti distintivi c’è il bisogno di avere sempre ragione, di avere l’ultima parola. È un metodo per manipolare coloro che si dimostrano insicuri. Il “vampiro emotivo” alza il tono della voce e impartisce ordini.

Una sua apparente sicurezza, in realtà, è sintomo del contrario: se non riesce a ‘nutrirsi’ dell’energia altrui non ha il controllo della propria vita. E, soprattutto, non restituisce quello che riceve. In amore, il meccanismo classico che mette in atto questo tipo di persona è il ricatto emotivo, che non va assolutamente assecondato. E, a proposito di relazioni sbilanciate, sai riconoscere un partner anaffettivo?

Vampiri energetici: perché evitarli

Partiamo dal presupposto che idealizzare il partner può essere un rischio sempre, dopodiché il primo passo per evitare i vampiri energetici è saperli riconoscere. Se gestire la relazione provoca ansia e spossatezza, potrebbe trattarsi di un segnale. Se il confronto è sempre complicato, a prescindere dall’argomento, qualcosa non va.

Un altro segnale è il bisogno costante di essere rassicurati. “Ho fatto qualcosa di male?” oppure “sei arrabbiato con me?” sono delle domande tipiche, che devono far scattare il campanello d’allarme. Inoltre, si tratta di persone pessimiste e sempre pronte a lamentarsi. Con il loro vittimismo cercano di attirare l’attenzione degli altri e di ‘succhiare’ l’energia vitale altrui.

L’unico modo per difendersi da un simile attacco è non permetterlo. A persone del genere bisogna saper dire di no. Il segreto è mostrarsi determinati, non disposti a cedere al ricatto e alla manipolazione. Infine, è importante non farsi contagiare dalla loro negatività. L’ottimismo e uno sguardo positivo sono l’arma migliore per neutralizzare un attacco.

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