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CURIOSITÀ 23 LUGLIO 2023

Paura in spiaggia per l'onda anomala: come si forma e cosa fare

Trovarsi in mare e vedersi arrivare incontro un’onda anomala non è certo un avvenimento a cui assistere con piacere. Tali fenomeni sono il terrore di molti navigatori (anche esperti).

Quanto accaduto, ad esempio, a fine luglio 2023 nelle Marche è stato riportato da svariati media: la marea ha invaso la spiaggia, bagnando lettini e ombrelloni. Si è trattato di un evento di breve durata, ma che comunque ha creato qualche disagio e suscitato un po’ di apprensione.

Cos’è un’onda anomala e da cosa è provocata

Le onde anomale sono un fenomeno marino che, in buona parte, resta oscuro. Per definizione un’onda è considerata anomala se supera 2,2 volte l’altezza significativa del treno d’onde a cui appartiene. Più in generale, si sono osservate onde anche di 30 metri di altezza, che sembrano formarsi in modo imprevedibile. La causa non è ben chiara, ma pare sia legata a interazioni tra onde e vento.

Il fenomeno delle onde anomale è ancora argomento di ricerca: le zone maggiormente a rischio sembrano essere quelle dove una forte corrente marina si muove in senso contrario alla direzione principale del moto delle onde. In ogni caso, le tesi proposte non spiegano l’esistenza di tutte le onde anomale osservate, quindi molti altri meccanismi di formazione sono possibili e restano in buona parte sconosciuti agli studiosi.

Che differenza c’è tra onda anomala e tsunami

Le onde anomale vengono spesso erroneamente confuse con i maremoti: in realtà un’onda anomala si distingue da uno tsunami per svariati motivi: quest’ultimo è generato da eventi traumatici come terremoti, eruzioni vulcaniche o frane.

Esistono poi caratteristiche fisiche nettamente diverse: se per l’onda anomala si parla di differenza di ampiezza con il treno d’onde cui appartiene, per gli tsunami si valuta la lunghezza d’onda, che può raggiungere le decine di chilometri.

Inoltre i maremoti si verificano lungo le coste, mentre le onde anomale si rintracciano principalmente in mare aperto.

Cosa fare in caso di onda anomala e tsunami

Molti navigatori raccontano di aver avuto a che fare con onde anomale in grado di ribaltare barche anche di solida costruzione. Grandi onde oceaniche di 10/12 metri sono una componente quasi normale per ogni navigatore, ma quelle anomale sono un evento straordinario.

Paradossalmente arrecano più danni alle grandi navi, che a causa della loro stazza non riescono a effettuare manovre con rapidità. I bravi comandanti quando si trovano in situazioni simili allagano con acqua di mare le casse di bilanciamento (sistemi di stabilità che permettono l’esecuzione di manovre di imbarco e sbarco pesi in totale sicurezza), cosi da ottenere un baricentro molto basso. Inoltre mettono i motori al minimo e tentano di tenere sempre la prua al vento e nel senso delle onde.

In caso di tsunami, invece, è molto importante riconoscere i segnali che possono precedere il suo arrivo: avvertire in spiaggia o vicino al mare la terra tremare, il livello dell’acqua salire rapidamente, o sentire un rumore cupo e crescente provenire dal mare. In tutti questi casi spostatevi immediatamente in un punto alto e lontano dalla costa, senza aspettare che venga diramata un’allerta.

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