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CURIOSITÀ 29 MAGGIO 2024

Allarme lahar per la prossima eruzione del Vesuvio: le aree a rischio

Il Vesuvio è uno dei simboli di Napoli, bello e imponente con la sua vetta che si affaccia sul golfo della città. Ha un’importanza storia legata all’antica Roma e alla distruzione della elegante Pompei e tutti conoscono la sua potenza distruttrice. Questo vulcano attivo è tra i più studiati e pericolosi al mondo a causa dell’elevata popolazione che vive nelle zone circostanti e alle caratteristiche esplosive della struttura. Recentemente un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), della Heriot-Watt University (UK), dell’Università di Pisa, dell’Università di Torino e dell’Università di Bari, è riuscito a valutare quantitativamente la pericolosità sulla Piana Campana delle possibili colate di fango causate dalla ri-mobilizzazione dei depositi di caduta e dei flussi piroclastici durante, o nei mesi immediatamente successivi, un’eruzione del Vesuvio.

Nuovi studi sulla prossima eruzione del Vesuvio

Nello specifico l’ambizioso progetto scientifico ha valutato la pericolosità del Vesuvio nel caso in cui dovesse verificarsi un evento simile a quelli del 472 d.C. e del 1631 d.C.. A seguito di un’eruzione vulcanica è possibile la formazione di un flusso costituito da una miscela di frammenti, in prevalenza vulcanici, e acqua della consistenza del fango che tende a incanalarsi lungo le valli e a fermarsi ai piedi dei versanti. Il fenomeno, chiamato lahar, rappresenta uno dei più pericolosi tra quelli che accompagnano o seguono le eruzioni vulcaniche: a causa della potenza distruttiva che li contraddistingue, possono provocare cambiamenti significativi nel paesaggio, con impatti drammatici sulla popolazione e sulle infrastrutture.

Piana Campana a rischio lahar: le aree colpite

A rischio lahar c’è la Piana Campana, l’area pianeggiante che si estende dal Tirreno all’Appennino Campano, dal Garigliano alla Penisola Sorrentina, e che racchiude in sé anche i Campi Flegrei e il Vesuvio. Proprio le pendici dei vulcani Vesuvio e Campi Flegrei, insieme alle valli e ai rilievi appenninici, sono ricoperti da depositi piroclastici delle eruzioni esplosive di questi vulcani facilmente ri-mobilizzabili, soprattutto dopo piogge intense e/o prolungate. Il team di scienziati, per la prima volta, è riuscito a valutare la pericolosità, in termini probabilistici, di queste colate di fango, appunto i lahar.

Per l’analisi sono stati fatti tre studi, il primo si è occupato di valutare dei campioni di depositi delle eruzioni del 472 d.C. e del 1631 d.C.. I depositi piroclastici riconosciuti nell’area studiata rappresentano livelli cronologici ben precisi, fondamentali per la definizione dell’evoluzione geologica e archeologica del paesaggio.

Il secondo studio presenta il nuovo codice IMEX-SfloW2D per la simulazione numerica dei lahar e la stima di pericolosità. Il terzo si basa sui risultati dei primi due e ha permesso di mettere a punto mappe di pericolosità probabilistica dell’invasione delle colate di fango sulla Piana Campana, considerando diverse soglie di spessore e pressione dinamica delle colate. Lo studio tiene conto anche delle incertezze sul volume iniziale delle colate rimobilizzate e su quale dei diversi bacini idrografici che insistono sulla Piana Campana potrebbe dare origine al lahar.

Cosa sono i lahar e come si formano

Il lahar è una colata di fango composta di materiale piroclastico e acqua che scorre lungo le pendici di un vulcano, specialmente lungo il solco di una valle fluviale. I lahar hanno il comportamento, la consistenza e la viscosità del calcestruzzo fluido: fluidi quando sono nella fase di movimento, mentre solidificano rapidamente quando si fermano.

Possono anche raggiungere dimensioni enormi e possono essere estremamente pericolosi, a causa dell’energia e velocità che acquisiscono durante il loro percorso. Un lahar grande può scorrere a decine di metri al secondo e avanzare per molti chilometri, causando distruzioni catastrofiche lungo il suo percorso. Data la loro grande energia, sono in grado di aprirsi la strada in qualunque percorso, rendendo così più difficile fare previsioni sulla direzione del loro avanzamento.

I lahar possono avere origine a causa di neve e ghiaccio usi da una colata piroclastica durante un’eruzione; un’inondazione causata da un ghiacciaio o da un lago proglaciale presente all’interno di un cratere vulcanico; intense piogge causate da un’eruzione vulcanica esplosiva che produce grandi quantitativi di vapore.

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