L’estate è sinonimo di relax e divertimento, ma non per tutti. Ci sono alcuni animali che abitano le spiagge e i mari che sono costretti a vivere in allerta, a causa di un’invasione di serpenti. Ma non è finita qui: sono stati colonizzati anche parchi naturali, giardini, orti e altri spazi verdi. Tutto questo in una meta turistica come Ibiza.
Sia i residenti che i turisti sono molto preoccupati. Gli esperti e le autorità locali si trovano in difficoltà e non sanno come arginare il problema. Si stanno cercando soluzioni rapide, soprattutto per salvaguardare un’ecosistema in pericolo.
Cosa sta succedendo a Ibiza
L’invasione di serpenti nelle spiagge dipende da due fattori principali: non sono animali endemici e non ci sono predatori naturali in grado di tenerne sotto controllo la riproduzione. Inoltre, fra questi rettili, la specie non velenosa del colubro ferro di cavallo – nome scientifico Hemorrhois hippocrepis -, simile al nostro biacco, sta minacciando la lucertola delle Pitiuse, conosciuta dai biologi come Podarcis pityusensis. Si tratta di un animale innocuo ed è il simbolo delle Baleari, peccato però che sia fra i cibi preferiti di animali sempre più difficili da gestire.
Ma non sono solo le specie animali a disagio. Questo fenomeno sta avendo ripercussioni anche a livello turistico. Diversi stranieri, provenienti soprattutto dal Regno Unito, hanno manifestato la propria paura. Hanno timore di nuotare e di godersi appieno la vacanza. Anche gli spostamenti negli isolotti vicini – e apprezzati proprio per la loro natura incontaminata – suscitano preoccupazione. Il Mirror ha reso nota l’esperienza di una coppia che ha avuto un incontro ravvicinato con un serpente lungo quasi due metri. È successo mentre erano a bordo di un gommone, nei pressi di Portinax, a nord dell’isola.
Non si tratta di una novità. È già da due decenni che le persone del luogo devono fare i conti con un’invasione di serpenti. È arrivata insieme all’importazione di ulivi dalla Spagna continentale. Tuttavia, la portata del problema – negli ultimi anni – è aumentata. Questo perché le dimensioni dei rettili stanno aumentando. Agiscono indisturbati e possono nutrirsi di cibo a sufficienza.
Cosa succederebbe in Italia e come risolvere
Le autorità locali stanno cercando di trovare una soluzione. Nelle scorse settimane hanno dotato i residenti di 200 trappole per renderli parte attiva nella cattura. Si tratta di un intervento considerato importante anche dai biologi, preoccupati della sopravvivenza di un intero ecosistema.
È un fenomeno che va arginato e che non va esportato. A parità di condizioni, anche in Italia un’invasione di serpenti sulle spiagge potrebbe danneggiare la fauna locale. Non c’è pericolo per l’uomo, ma sono rettili che si cibano principalmente di lucertole, piccoli serpenti, uova di uccelli, anfibi e piccoli mammiferi. Tutte specie presenti anche nel nostro Paese.
Inoltre, non va sottovalutato un altro fattore: l’alimentazione di questi animali può variare in base a quello che “passa il convento”. Non si lasciano di certo abbattere se viene a mancare la loro preda preferita e si adattano molto velocemente a quello che la natura offre loro. Infine, la mancanza di predatori in grado di decimarli facilmente non aiuta. Sono pochi gli animali che si trovano a un livello superiore della catena alimentare. La lista è fatta di rapaci, mammiferi carnivori e altri serpenti (che devono essere tutti più grandi di loro).
Il colubro ferro di cavallo, sebbene faccia parte della stessa famiglia dei colubridi, è una specie diversa da quella comunemente conosciuta come biacco e presente in Italia. Nel nostro Paese, il serpente diffuso a Ibiza è più raro. Invece si trova più facilmente l’Hierophis viridiflavus: un rettile non velenoso – a differenza della vipera – diurno e arboricolo.