La “neve di sangue” detta anche “watermelon snow“, cioè “neve d’anguria”, per via del suo aspetto e consistenza, sta preoccupando i ricercatori. Non a caso, già il nome fa presagire scenari inquietanti.
Avvistata sulle Alpi, ma non solo, la neve rossa è ormai presente su alcune delle vette più alte del mondo. Nonostante crei panorami spettacolari, il nome dice già tutto: la sua presenza non indica niente di buono per lo stato di salute del pianeta. Anche perché, se questo tipo di neve appare soprattutto durante l’estate, quello a cui si sta assistendo negli ultimi tempi è che appare prima e sparisce sempre più tardi.
Che cos’è la neve di sangue?
Ciò che rende questa neve di color rosso è la presenza della Chlamydomonas Nivalis. Si tratta di un’alga che in realtà è verde, ma che a causa della presenza dell’astaxantina, un pigmento carotenoide rosso che si combina alla clorofilla, crea quella tonalità caratteristica.
A destare non poche preoccupazioni è l’evoluzione della Chlamydomonas Nivalis in Sanguina, una variante d’alga che assorbe in maniera più intensiva il calore. Un’evoluzione che avrebbe un ruolo chiave nel disgelo e che spaventa gli scienziati.
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Cosa c’entra il cambiamento climatico
La Sanguina fa sciogliere la neve molto più velocemente, a ritmi spaventosi. Questo significa che le aree colpite stanno diventando sempre più secche. Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale fanno il resto: attivando il processo di proliferazione e di protezione di quest’alga e creando tutte le condizioni per renderla sempre più resistente.
La Sanguina, inoltre, si sta diffondendo molto velocemente a diversi livelli di altezza. Se prima, si poteva trovare solo tra i 10.000 e i 12.000 metri d’altezza ora è stata rintracciata già a 2.500 metri d’altezza.
Attualmente le Alpi sono tra le zone più colpite dalla Sanguina che sembra aumentare in maniera inarrestabile. Il suo contatto con l’anidride carbonica a diversi livelli d’altezza, inoltre, sembra destinato a creare un impatto devastante.
In un pianeta a rischio per surriscaldamento e siccità, la presenza della neve rossa è l’ennesimo segnale d’allarme, si spera, non inascoltato.
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