VIDEO
Cerca video
CURIOSITÀ 11 LUGLIO 2022

La chiamano "neve di sangue", perché preoccupa gli esperti

La “neve di sangue” detta anche “watermelon snow“, cioè “neve d’anguria”, per via del suo aspetto e consistenza, sta preoccupando i ricercatori. Non a caso, già il nome fa presagire scenari inquietanti.

Avvistata sulle Alpi, ma non solo, la neve rossa è ormai presente su alcune delle vette più alte del mondo. Nonostante crei panorami spettacolari, il nome dice già tutto: la sua presenza non indica niente di buono per lo stato di salute del pianeta. Anche perché, se questo tipo di neve appare soprattutto durante l’estate, quello a cui si sta assistendo negli ultimi tempi è che appare prima e sparisce sempre più tardi.

Che cos’è la neve di sangue?

Ciò che rende questa neve di color rosso è la presenza della Chlamydomonas Nivalis. Si tratta di un’alga che in realtà è verde, ma che a causa della presenza dell’astaxantina, un pigmento carotenoide rosso che si combina alla clorofilla, crea quella tonalità caratteristica.

A destare non poche preoccupazioni è l’evoluzione della Chlamydomonas Nivalis in Sanguina, una variante d’alga che assorbe in maniera più intensiva il calore. Un’evoluzione che avrebbe un ruolo chiave nel disgelo e che spaventa gli scienziati.

Scopri anche quali sono i ghiacciai italiani a rischio scioglimento.

Cosa c’entra il cambiamento climatico

La Sanguina fa sciogliere la neve molto più velocemente, a ritmi spaventosi. Questo significa che le aree colpite stanno diventando sempre più secche. Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale fanno il resto: attivando il processo di proliferazione e di protezione di quest’alga e creando tutte le condizioni per renderla sempre più resistente.

La Sanguina, inoltre, si sta diffondendo molto velocemente a diversi livelli di altezza. Se prima, si poteva trovare solo tra i 10.000 e i 12.000 metri d’altezza ora è stata rintracciata già a 2.500 metri d’altezza.

Attualmente le Alpi sono tra le zone più colpite dalla Sanguina che sembra aumentare in maniera inarrestabile. Il suo contatto con l’anidride carbonica a diversi livelli d’altezza, inoltre, sembra destinato a creare un impatto devastante.

In un pianeta a rischio per surriscaldamento e siccità, la presenza della neve rossa è l’ennesimo segnale d’allarme, si spera, non inascoltato.

Leggi anche cosa c’è sotto l’oceano: potrebbe davvero salvarci tutti?

Chiudi
Caricamento contenuti...