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CURIOSITÀ 04 GENNAIO 2025

“Vacansia” e “sdigiunino” tra le nuove parole dell’anno

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

Giornalista e videomaker

Giornalista professionista dal 2012, ho collaborato con le principali testate nazionali. Scrivo e realizzo servizi TV di cronaca, politica, economia e spettacolo. Ho esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e televisive e lavoro anche nell’ambito del social network.

La lingua muta ed evolve nel corso del tempo e il 2024, che è appena terminato, ci regala l’ingresso di due nuove parole nel linguaggio di uso comune: “vacansia” e “sdigiunino”. Almeno questo è quanto ha deciso l’enciclopedia Treccani che ha inserito i termini nel suo libro dell’Anno. Ma ci sono anche altri lemmi che sono ormai stati sdoganati dai cittadini italiani. Vediamo quali sono.

Cos’è il Libro dell’Anno di Treccani

Il Libro dell’Anno di Treccani è un volume che presenta e approfondisce gli eventi salienti dei 365 giorni precedenti alla pubblicazione. Viene pubblicato ogni anno con i vari aggiornamenti. Si tratta di un’opera che, con la sua ricca varietà di voci, cerca di tracciare un filo conduttore per comprendere un mondo sempre più complesso e in continuo mutamento.

Una sezione è dedicata anche ai nuovi termini che sono entrati nel linguaggio comune e, di fatto, possono essere considerati componenti della lingua italiana. Il libro dell’Anno di Treccani è ormai giunto alla sua 25ª edizione e propone un racconto giornaliero degli eventi che hanno segnato il 2024.

Con 90 approfondimenti affidati alle penne di 80 tra i più prestigiosi giornalisti ed esperti italiani, di vari ambiti, il volume offre un panorama completo delle dinamiche politiche, sociali e culturali dell’intero anno. Tra gli innumerevoli neologismi del 2024, Treccani inserisce tre sostantivi che sono diventate parole sempre più spesso usate nelle conversazioni ma non destinate necessariamente a essere inserite nei dizionari.

Tutte le nuove parole usate in Italia

Il primo nuovo termine riportato nel libro dell’anno di Treccani è “vacansia” che indica quella “spiacevole sensazione di irritabilità o di oppressione” dovuta all’incapacità di godersi il riposo, liberi dai frenetici ritmi lavorativi. Un’altra parola, sdoganata dallo chef Giorgione, è “sdigiunino”, la pratica di fare “spuntino o snack veloce da preparare ma molto gustoso” che serve, per l’appunto, a spezzare la sensazione di fame.

Tra i neologismi c’è anche “pommelier“, una sorta di sommelier del sidro, bevanda poco diffusa in Italia, sebbene tra i soli 97 professionisti dell’assaggio di questo alcolico nel mondo figuri anche un’italiana. Ma il 2024 è stato segnato dall’ingresso di altri nuovi termini come amichettismo, arciterrorista, pezzotto, agrobiodiversità, razzismo immobiliare, trappola al miele, trenopolitana, fuffa guru.

Moltissime sono le espressioni legate alla politica come autonomia differenziata o anche “vannacciano” e fare una “Decima” e cioè, nell’espressione coniata proprio dal generale leghista, il fatto di apporre la croce, vale a dire il segno X, sulla scheda elettorale per indicare una preferenza di voto ammiccando alla XMAS, alla Decima MAS, la flottiglia che dopo l’8 settembre 1943 si schierò per la gran parte con la Repubblica sociale italiana.

Per le vecchie generazioni il problema sono le parole derivate da anglicismi o dai social media e, più in generale, da Internet, dalla musica e dell’innovazione tecnologica. Per esempio è ormai comune sentir parlare di “pandoro Gate” o “alcolock”, quest’ultimo inserito nel dibattito sul nuovo codice della strada.

Infine non si può non citare il “dissing“, il termine derivante dalla musica hip-hop e rap per indicare la diffusissima pratica dell’insulto. E se un figlio o un nipote vi confessa di avere una “crush“, niente paura: ha solo una cotta.

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