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CURIOSITÀ 23 MARZO 2025

Dalla plastica un materiale prezioso: la scoperta rivoluzionaria

Marta Ruggiero

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videomaker

Giornalista, videomaker, copywriter e content creator. Mi occupo di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società. In passato ho lavorato in ambito televisivo. Osservo e racconto storie: penna e videocamera sono le mie fedeli compagne di viaggio.

La plastica sta contribuendo non poco all’inquinamento globale, per fortuna, però, un gruppo di scienziati ha scoperto come trasformarla in un materiale prezioso. Si tratta di una scoperta rivoluzionaria che potrebbe contribuire a invertire una rotta che – se continua in questo modo – non farà altro che portare a un punto di non ritorno.

Gli esperti usano l’umidità e un catalizzatore poco costoso. È sufficiente lasciarlo esposto all’aria per scomporre il 94% del materiale in sole quattro ore. Nella fattispecie, si ottiene l’acido tereftalico (TPA), un elemento di grande valore per i poliesteri. Si tratta di un processo più sicuro ed economico rispetto agli odierni metodi di riciclo.

Il metodo che rende la plastica una risorsa preziosa

“Gli Stati Uniti sono il principale Paese inquinante di plastica pro capite e ricicliamo solo il 5% di quella plastica“, ha affermato Yosi Kratish, autore della ricerca e professore associato di Chimica alla Northwestern University. “Ciò che è particolarmente entusiasmante della nostra ricerca è che abbiamo sfruttato l’umidità dell’aria per scomporre la plastica, ottenendo un processo eccezionalmente pulito e selettivo”, ha specificato.

Il metodo che permette di ottenere, dalla plastica, un materiale prezioso, si serve dei monomeri. Si tratta dei mattoni fondamentali del PET, il polietilene tereftalato. Ed è una soluzione a un problema globale: l’inquinamento che sta interessando ogni area del pianeta, mari compresi.

I ricercatori si sono serviti di un catalizzatore al molibdeno, un metallo argentato e duttile e carbone attivo al PET, il tipo più comune di plastica poliestere. Successivamente hanno riscaldato la miscela e, dopo poco tempo, si sono rotti i legami chimici del polietilene. Quando il materiale è stato esposto all’aria, la miscela si è trasformata in TPA, un prezioso precursore del poliestere, e in acetaldeide, una sostanza chimica industriale anch’essa preziosa e facile da estrarre dalla miscela.

Questo processo innovativo ha funzionato su bottiglie di plastica, magliette e plastiche colorate. Il risultato è stato TPA puro e incolore. “Ha funzionato perfettamente ma si basa su un equilibrio delicato” fra acqua e aria, ha fatto sapere l’autore dello studio. Adesso, non resta che applicare la scoperta su larga scala.

Perché questa scoperta può rivoluzionare il riciclo

“La nostra tecnologia ha il potenziale per ridurre significativamente l’inquinamento da plastica, abbassare l’impatto ambientale della plastica e contribuire a un’economia circolare in cui i materiali vengono riutilizzati anziché scartati”, ha affermato Naveen Malik, uno degli autori della ricerca. “È un passo tangibile verso un futuro più pulito e più verde e dimostra come la chimica innovativa possa affrontare le sfide globali in un modo che si allinea con la natura”.

Oltre la metà della plastica mai prodotta è stata creata a partire dal 2000 e si prevede che la produzione annuale raddoppierà entro il 2050. A dirlo è l’Agenzia europea per l’ambiente. Riuscire a invertire questo processo è fondamentale per la sopravvivenza del pianeta e di tutti gli esseri viventi che lo abitano.

Non solo produciamo tanta plastica, ma attualmente solo il 9% della plastica mai prodotta è stata riciclata. Il resto può avere gravi impatti sull’ambiente e sulla salute, considerando anche il fatto che non è biodegradabile e inquina per moltissimo tempo. Questo materiale si riversa in mare formando grumi galleggianti di spazzatura, danneggia la fauna selvatica e si scompone in microplastiche che possono creare problemi al cervello umano e ad altre parti del’organismo.

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