Dieci minuti da brividi, da commozione e senso di appartenenza totale a una nazione che ha lottato, lotta e sempre lotterà. Gli atleti che la rappresentano alle Olimpiadi di Tokyo 2020, che raggiungono record e vincono la medaglia più ambita.
Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs sono stati capaci di realizzare un sogno in meno di un quarto d’ora, due sogni che ci hanno reso orgogliosi di loro. E sono proprio i dettagli a fare la differenza in questa edizione atipica dei Giochi. Jacobs è il primo italiano a partecipare a una finale di 100 metri e Giambo Tamberi è il riscatto fatto persona.
Ed è proprio questo il significato di quel gesso che ha portato fin giù in pista, come fosse un portafortuna, un monito, un simbolo. Il simbolo della resilienza, della caduta e della forza che ci vuole per rialzarsi più forti di prima. Per molti le Olimpiadi sono state rinviate di cinque anni, per Giambo è passato molto più tempo. Un infortunio subito prima Rio 2016non gli ha permesso di partecipare. Ed ecco perché il gesso acquista un valore così alto.
Solo chi lotta ce la fa
Una lotta giornaliera contro sé stesso, i suoi limiti. Fino al primo agosto 2021, quando ha vinto la medaglia d’oro. Un viaggio lungo anni, da quei 2,41 al meeting di Montecarlo poco prima delle Olimpiadi e la lesione al legamento deltoideo della caviglia sinistra che ha mandato in fumo un sogno, l’obiettivo più grande. Ma come tutti i fuoriclasse, Gianmarco Tamberi ha sofferto e si è rialzato, ha fissato un altro obiettivo: Tokyo 2020. Una strada lunga cinque anni, fino al 2021. “Road to… Tokyo 2020 2021”.
L’amore della sua famiglia, della sua ragazza Chiara, colei che ha scritto quella frase che è diventata realtà nel migliore dei modi, con il finale più lieto che si potesse immaginare e sperare, meritare. Aveva scritto una lettera al Destino Giambo: “Hai scelto la persona sbagliata, molto presto mi rivedrai con quella maglia azzurra urlarti in faccia più forte che mai. Caro destino, sarai proprio tu ad appoggiarmi il tricolore nelle spalle e a mettermi al collo quella medaglia d’oro che sogno da anni”. Un desiderio che, con determinazione è diventato realtà. Un traguardo che ha condiviso con Barshim a quota 2,37: una medaglia d’ro che vale doppio perché ha messo in luce anche i rapporti splendidi che possono nascere tra atleti che condividono gli stessi dolori e… le stesse vittorie.