Andiamo insieme alla scoperta dei 5 posti più ricchi di mistero del nostro Paese.
Abbazia di Santa Maria di Lucedio
A Lucedio, in provincia di Vercelli, l’antichissima Abbazia sconsacrata di Santa Maria è oggetto di agghiaccianti leggende. La chiesa, un tempo, era abitata da monaci benedettini, alcuni dei quale si narra fossero soliti organizzare sabba con le contadine locali.
Testimonianza di questi riti è un misterioso spartito dalle insolite caratteristiche: la mancanza di note nella prima riga del pentagramma. Secondo alcuni studiosi, però, se letto al contrario, è tutt’altro che incompleto, e dà origine ad una vera e propria invocazione demoniaca.
Cimitero della Certosa di Bologna
Meta prediletta di Lord Byron e Charles Dickens, questo cimitero conserva pregi architettonici di grande interesse, come la chiesa di San Girolamo e il Chiostro Terzo. Qui ha sede la tomba Legnani, ricca di simboli massonici; e non è tutto: il Chiostro Terzo, il portico sud del Primo Chiostro e il Chiostro Nord sono spesso teatro di episodi paranormali.
La città sotterranea di Osimo
Sotto Osimo, in provincia di Ancona, un labirinto collega i palazzi più importanti della città. Questo luogo, pieno di ancestrali simboli alchemici, quasi sicuramente era il rifugio segreto dei Cavalieri di Malta e dai Templari. I cunicoli sono poi popolati da strane sculture, come la sirena con due code.
Napoli e le impronte dell’anima dannata
Nella Chiesa dei Lazzaristi il quadro dell’anima dannata parla di un giovane cavaliere e della sua relazione extraconiugale con una nobildonna. La giovane morì improvvisamente, senza pentirsi della sua colpa, e l’amante, distrutto dal dolore, iniziò incessantemente a pregare.
Un giorno gli apparve l’anima tormentata della donna, che per lasciare un segno tangibile della sua dannazione toccò un quadro nella stanza, lasciando impresse le sue impronte.
L’isolotto “dei morti” di Poveglia
Nella laguna di Venezia si trova l’isolotto di Poveglia, trasformato nel ‘700, in cimitero: qui vennero sepolti più di 150.000 appestati. Ebbero così inizio le sue cronache inquietanti, avvalorate dalla costruzione nel 1922 di un manicomio gestito da un folle direttore, poi morto suicida.