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NOTIZIE 31 MAGGIO 2024

Allarme per il vino italiano: un parassita mette a dura prova le viti

La flavascenza dorata continua a minacciare le viti e il vino italiano e, per questo motivo, molte regioni hanno emanato misure per contrastarla. In particolare lo scorso anno si è registrato un aggravamento della situazione con ingenti danni causati ai viticoltori dall’organismo nocivo. Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha perciò ridefinito le misure fitosanitarie di emergenza e con D.M. 06/06/2023 ha abrogato il precedente decreto 31 maggio 2000. Ma cos’è la flavescenza dorata

Cos’è la flavescenza dorata che colpisce le viti

La flavescenza dorata è una malattia da quarantena soggetta a lotta obbligatoria. È causata da microorganismi parassiti, denominati fitoplasmi, che nella vite si localizzano nel sistema di trasporto della linfa elaborata provocando squilibri ed alterazioni. Gli effetti possono essere gravi, dal calo della qualità e quantità della produzione in uva fino al deperimento della pianta.

I sintomi sono uguali a quelli causati da un altro tipo di fitoplasma che attacca la vite, denominato Legno Nero (LN); la maggior pericolosità è legata dalla sua capacità di diffondersi in maniera epidemica nei vigneti. Il principale insetto vettore è la cicalina denominata scafoideo (Scaphoideus titanus) che vive su vite e può trasmettere la malattia mentre punge le foglie per nutrirsi.

La flavescenza dorata è stata segnalata per la prima volta in Italia nei primi anni ’70 ed è attualmente presente in molte regioni tra cui in Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Dopo i primi casi trovati in provincia di Piacenza nel 1998, i focolai di flavescenza dorata sono aumentati in maniera preoccupante anche in Emilia-Romagna.

Attenzione alla cicalina Scaphoideus titanus

A causa di questa malattia il vino italiano rischia di sparire. Il contrasto deve quindi puntare a monitorare lo Scaphoideus titanus. Questa cicalina compie una generazione all’anno. Durante le sue prime fasi di sviluppo ha una dimensione di 1,5-2,5 mm e un colore traslucido poi diventa di 3-4 mm giallognolo e infine con colorazioni più brunastre, screziature nere marrognole e dimensioni di 4-5 mm. L’adulto misura 5-6 mm ed è di colore bruno-ocra, il capo ha una caratteristica forma triangolare con bande scure trasversali e le ali si presentano con venature scure e areole bianche.

Le neanidi e le ninfe possono essere confuse con forme giovanili di altre cicaline che possono essere contemporaneamente presenti sulla stessa foglia di vite: la metcalfa (Metcalfa pruinosa), la cicalina verde (Empoasca vitis) e quella gialla (Zygina rhamni). La cicalina verde e quella gialla presentano colori più tenui e dimensioni minori, mentre metcalfa è di colore bianco ed è ricoperta da secrezioni cerose. Una caratteristica di tutti gli stadi giovanili di S. titanus è che se toccato salta, a differenza delle altre cicaline che si spostano camminando sulla superficie fogliare

Cosa fare se le piante sono infette

Uno dei sintomi classici che può far ipotizzare che la vite sia stata infettata dalla malattia è il ripiegamento dei margini delle foglie verso il basso e ingiallimento delle stesse nelle piante a bacca bianca o arrossamento in quelle a bacca rossa. Altri sintomi sono la mancata o scarsa lignificazione dei tralci, poche gemme e appassimento parziale o totale degli acini.

Purtroppo non esiste una cura contro il fitoplasma e questo è un grave pericolo per la produzione di vino. Se si notano viti infettate, la cosa migliore da fare è estirparle tempestivamente. Poi si possono usare barbatelle sane per i nuovi impianti e rimozione delle fonti di inoculo, ovvero delle viti ammalate all’interno del vigneto e delle viti inselvatichite nei vigneti abbandonati. Un altro metodo è la lotta diretta contro l’insetto vettore.

Generalmente i trattamenti insetticidi rivolti contro la tignoletta della vite controllano anche lo scafoideo. Il contenimento di questa cicalina tramite trattamento insetticida è una misura molto importante per limitarne la diffusione nei vigneti e deve essere effettuato con tempistiche e modalità adeguate. Il posizionamento temporale dell’intervento deve essere fatto seguendo le indicazioni dei bollettini tecnici; il controllo nel proprio vigneto sulla situazione della cicalina scafoideo consente di calibrare al meglio la difesa insetticida.

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