Codice della Strada 2023: come funziona il sistema alcolock

Per impedire la guida sotto l'effetto di alcol, il Governo ha proposto l'introduzione dell'alcolock in Italia: ecco cos'è e come funziona il dispositivo

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Silvio Frantellizzi

Giornalista Pubblicista

Giornalista pubblicista dal 2014, da oltre 10 anni scrive sul web occupandosi di vari argomenti: sport, cronaca, motori, musica, cinema e videogame.

Tra le novità del disegno di legge sulla riforma del Codice della Strada in Italia, una delle più importanti riguarda le nuove misure relative alla guida sotto l’effetto di alcol o droghe, con il Governo che ha sposato la linea della tolleranza zero.

A questo proposito il Governo ha proposto l’introduzione del divieto assoluto di assumere alcolici per i conducenti che sono già stati condannati per reati specifici e l’utilizzo di un sistema chiamato alcolock che impedisce l’avvio del motore se il tasso alcolemico del guidatore è superiore allo 0,8.

Cos’è l’alcolock e come funziona

L’alcolock è un sistema che già esiste in diversi Paesi europei sotto il nome di Alcohol Interlock System o sotto la sigla di Ais: è un dispositivo che serve a impedire la messa in moto di una vettura, di una moto o di un ciclomotore a chi supera un certo tasso alcolico. In parole povere questo strumento misura il tasso alcolemico di chi si appresta a mettersi alla guida: se ha bevuto il suo mezzo non può mettersi in moto.

Nel testo del disegno di legge sulla riforma del Codice della Strada che è in attesa dell’approvazione parlamentare, l’alcolock viene definito come “un dispositivo che impedisce l’avviamento del motore a seguito del riscontro di un tasso alcolemico da parte del guidatore superiore a zero”. Il testo specifica, inoltre, che ogni dispositivo dovrà essere “munito di un sigillo che ne impedisca l’alterazione o la manomissione dopo l’installazione”.

Si può affermare che l’alcolock è praticamente un etilometro, lo strumento che misura il tasso alcolemico tramite l’aria espirata dai polmoni, in dotazione delle forze dell’ordine: in questo caso, però, lo strumento è collegato direttamente all’accensione del proprio veicolo. Prima di salire a bordo dell’auto, il guidatore deve soffiare dentro il dispositivo: se il tasso alcolemico è inferiore a una certa soglia, potrà guidare regolarmente.

Al contrario, qualora il tasso alcolemico risultasse “fuorilegge”, l’alcolock impedirebbe al veicolo di mettersi in moto: a quel punto bisognerebbe passare il volante a un passeggero sobrio per poter procedere. L’operazione andrebbe ripetuta a ogni accensione del motore.

La regolamentazione del dispositivo

L’introduzione dell’alcolock in Italia è soggetta all’apposito decreto da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e fa parte delle nuove norme del Codice della Strada invocate da Salvini: in attesa del via libera, sorgono dei dubbi di natura tecnica legati a come questo dispositivo dovrà essere installato sulle auto e sui relativi costi.

Esiste già una legge secondo cui, a partire dal 6 luglio 2022, ogni autovettura di nuova omologazione deve essere dotata di un’interfaccia che consenta l’installazione dell’alcolock a bordo. Il problema sorgerebbe per le vetture più datate, con i costi per l’installazione che sarebbero destinati a salire. In ogni caso, allo stato attuale delle cose, il dispositivo dovrebbe essere installato a proprie spese sulla propria vettura, anche se ancora è tutto in divenire. Con il decreto verranno chiarite le specifiche tecniche, le modalità di installazione, i costi e le officine autorizzate.

In diversi Paesi europei l’alcolock è già stato introdotto: in Svezia, per esempio, è obbligatorio sui veicoli per il trasporto pubblico, mentre in Finlandia sui veicoli commerciali e sugli scuolabus. Il dispositivo è presente anche sui mezzi commerciali pesanti di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Portogallo e Gran Bretagna.