Garlasco, esaurito il dna sulla garza: il paragone con Massimo Bossetti e l'omicidio di Yara Gambirasio
Caso Garlasco: traccia Dna maschile compatibile col medico Ferrari esaurita, nessun riscontro su Sempio. Il parallelo con il caso di Yara Gambirasio
Nel caso di Garlasco sarà probabilmente irrilevante il Dna con cromosoma Y rilevato nella garza utilizzata per raccogliere il materiale genetico di Chiara Poggi. La traccia, di entità minima, è stata esaurita durante l’incidente probatorio e l’ipotesi più plausibile è che sia il risultato di una contaminazione avvenuta durante le rilevazioni.
- Garlasco, ipotesi garza contaminata
- Il parallelo con Bossetti e il caso Yara Gambirasio
- Il Dna di Sempio non c'è
Garlasco, ipotesi garza contaminata
Durante l’incidente probatorio sul delitto di Garlasco, è stata completamente utilizzata l’unica traccia di Dna maschile rilevata nella garza con una minima concentrazione, contenente un cromosoma Y parzialmente coincidente con quello del medico legale Ernesto Gabriele Ferrari.
A comunicarlo la genetista Denise Albani, consulente nominata dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia. Si tratta in tutto di un campione di circa 4 picogrammi, una quantità irrisoria rispetto ai circa 40mila riconducibili a Chiara Poggi.
ANSA
La traccia di Dna maschile è andata esaurita durante l’incidente probatorio
Come evidenziato da Adnkronos, di quel materiale sono stati utilizzati 10 microlitri, sia nella prima analisi che nella successiva ripetizione, decidendo infine di consumarlo interamente.
Poiché la quantità di cromosoma Y è inferiore a una singola cellula, prende corpo l’ipotesi che si tratti di contaminazione. La garza di tessuto da cui è stata estratta la traccia aveva come scopo originario la raccolta del Dna della vittima per un confronto con altri reperti.
Il parallelo con Bossetti e il caso Yara Gambirasio
Attualmente, le tecniche forensi sono in grado di amplificare sequenze anche estremamente ridotte di Dna, purché si superi la soglia dei 100 picogrammi per microlitro.
Nel noto caso di Yara Gambirasio, il profilo genetico che condusse alla condanna di Massimo Bossetti proveniva da un campione con una concentrazione ben superiore: oltre 2000 picogrammi per microlitro.
Per quanto riguarda il delitto di Chiara Poggi, invece, la quantità infinitesimale di Dna maschile ha spinto i consulenti delle parti — inclusi quelli di Andrea Sempio, Alberto Stasi, la famiglia Poggi e la Procura — a interrogarsi su tre elementi: l’uso di una garza anziché un tampone sterile, la scarsità del materiale genetico maschile, e i risultati dell’autopsia che escludono segni compatibili con un morso (dato che la mucosa della bocca risulta integra e presenta solo una minima presenza di sangue).
Il Dna di Sempio non c’è
L’incidente probatorio, iniziato il 17 giugno, è stato avviato per verificare se tra i reperti mai analizzati potessero emergere profili genetici riferibili ad Andrea Sempio. Al momento, però, il suo Dna non è stato rilevato.
Nessuna corrispondenza, infatti, è stata trovata tra le oltre 60 impronte raccolte con para-adesivi nella casa di via Pascoli, sugli oggetti rinvenuti all’interno o tra i rifiuti, né sui tamponi esaminati.
La genetista Albani ha comunicato che a inizio mese sarà fissato un incontro tra i consulenti per discutere le evidenze raccolte. Tuttavia, ha specificato che, per quanto riguarda il suo incarico, le analisi sono temporaneamente concluse.
Si prevede un aggiornamento ad agosto, quando riprenderanno le attività, in particolare l’esame delle due tracce maschili individuate sotto le unghie di Chiara Poggi.
