Il cinema ci ha mostrato, spesso in modo fantasioso, come l’umanità potrebbe reagire di fronte al rischio di impatto con dei grandi asteroidi che minaccerebbero l’esistenza di tutti noi. Trattandosi di finzione cinematografica, tali imprese hanno sempre un esito positivo, finendo per salvare la Terra dalla distruzione.
La pellicola, però, deve fare i conti con la realtà. Se quel che viene raccontato nei film diventasse reale saremmo tutti seriamente a rischio e la sopravvivenza non sarebbe solo una questione di eroismo. Non solo. Le ultime rivelazioni su uno scudo NASA in grado di proteggerci sono assai poco incoraggianti.
Se da un lato si ritiene che un asteroide salverà l’umanità per via della forzata cooperazione tra popoli che un evento del genere richiederebbe, dall’altro potremmo non essere affatto pronti per un accadimento tanto distruttivo.
Lo scudo NASA non bloccherà un grande asteroide
Lo scudo della NASA per gli asteroidi si riferisce a tecnologie e strategie progettate per proteggere la Terra da impatti di asteroidi. Questi sforzi sono parte della Planetary Defense Coordination Office (PDCO), che si occupa della sorveglianza e della mitigazione delle minacce provenienti da oggetti vicini alla Terra (Near-Earth Objects, NEOs).
La protezione passa attraverso più passaggi. Il primo riguarda il rilevamento e il conseguente monitoraggio dell’oggetto spaziale. La NASA utilizza una rete di telescopi terrestri e satelliti per rilevare e tracciare asteroidi e comete che si avvicinano alla Terra. Gli oggetti rilevati vengono in seguito catalogati e monitorati per determinare le loro orbite e valutare il rischio di impatto. La valutazione del pericolo si basa su calcoli orbitali e simulazioni, eseguite per calcolare gli effetti di una eventuale collisione.
Solo qualora si stabilisse che la minaccia è reale, allora si passerebbe alla strategia di difesa vera e propria, a partire dalla deflessione degli asteroidi. Si studierebbe cioè come poter deviare l’asteroide dalla sua traiettoria di impatto, attraverso varie tecniche.
Insomma, delle metodologie ben studiate che dovrebbero farci dormire sereni tra due guanciali. Ma il condizionale è d’obbligo. Se uno di questi passaggi presenta una falla, tutto il sistema collassa. Ecco che le ultime informazioni in merito al rilevamento e al monitoraggio degli asteroidi non permette ottimismo. L’ultima esercitazione di difesa planetaria condotta dalla NASA, infatti, ha confermato che non siamo pronti a difenderci. Questo perché un asteroide potenzialmente pericoloso sta per transitare sopra le nostre teste ed è stato scoperto solo con pochissimi giorni di anticipo, insufficienti per poter preparare e adottare una qualsivoglia forma di difesa, ma sufficienti per dire che la NASA non bloccherà un asteroide diretto verso la Terra. Non solo: anche in caso di previsione anticipata, la quinta esercitazione biennale di difesa planetaria coordinata dalla NASA con altri partner statunitensi ed internazionali indica come non abbiamo ancora una strategia comune e ben definita per difenderci. Decisioni politiche, assenza di finanziamenti, mancanza di coordinamento a livello internazionale e comunicazione inadeguata sono tutti fattori cruciali che contribuirebbero alla catastrofe.
Due asteroidi verso la Terra a giugno: i rischi
Il 16 giugno 2024 un telescopio di sorveglianza in Sudafrica ha scoperto un asteroide potenzialmente pericoloso chiamato 2024 MK, pronto a passare nei cieli entro la fine del mese a una distanza molto breve dal punto di vista astronomico, pari a 293.000 chilometri. Chiariamo subito: non c’è alcun rischio di impatto e quindi nessun rischio, almeno in questa occasione. Ma scoprire un oggetto del genere largo 270 metri con solo pochi giorni di anticipo rispetto al suo sorvolo, fa sorgere più di qualche dubbio sulla capacità di difenderci da una collisione.
2024 MK non è l’unico oggetto che transiterà nei cieli tra il 27 e il 20 giugno 2024. Il secondo asteroide ha il nome di 2011 UL21 e rispetto a quello appena descritto ha dimensioni chilometriche. Passerà però notevolmente più lontano dal nostro pianeta, ad alcuni milioni di chilometri di distanza.
Ironia della sorte, questi due oggetti spaziali transiteranno solo poche ore prima rispetto alla consueta Giornata mondiale degli asteroidi (Asteroid Day) che si celebra il 30 giugno di ogni anno. L’evento è nato in memoria dell’asteroide che devastò nel 1908 la regione di Tunguska in Siberia. Era un corpo celeste largo solo una cinquantina di metri, comunque sufficienti per devastare oltre 2.000 metri quadrati di taiga siberiana.