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CURIOSITÀ 03 SETTEMBRE 2023

Risolto il caso dei cinghiali radioattivi: Chernobyl non c’entra

Il mistero dei cinghiali che presentano alti livelli di cesio radioattivo e che popolano il sud-est della Germania pare essere stato risolto.

Quando si parla di radioattività si pensa subito alla bomba atomica e, in seconda battuta, al più grave disastro nucleare di tutti i tempi: quello di Chernobyl. Una sciagura che terrorizzò il mondo intero e venne in qualche modo contenuta grazie all’eroismo di molti addetti ai lavori sovietici, spesso a costo della loro stessa vita. Eppure, a causa della radioattività conseguente allo scoppio del reattore numero 4, le conseguenze sono state molte, non solo per la cittadina di Pryp”jat’, ma anche buona parte dell’Europa.

Normale, dunque, che anche per la scoperta inerente i cinghiali tedeschi il campanello d’allarme sia risuonato immediatamente e il collegamento con la sciagura del 1986 sia stato, almeno in una prima fase, immediato.

Il caso dei cinghiali radioattivi

Dopo un’esplosione nucleare i materiali radioattivi rilasciati nell’ambiente rappresentano una minaccia significativa per gli ecosistemi. Anche dopo quanto accaduto a Chernobyl si è osservato un aumento della contaminazione, in particolare da cesio-137. Il suo livello è stato analizzato utilizzando 48 campioni di carne di cinghiale cacciati nel periodo 2019-2021, provenienti da 11 regioni della Baviera: nell’88% dei casi osservati i livelli di cesio radioattivo erano superiori alla soglia legale per la Germania.

A seguito di un disastro nucleare come quello di Chernobyl è normale attendersi un livello di radioattività negli animali. Questo livello, però, tende a diminuire in tutti gli animali con il passare del tempo, ma non nei cinghiali.

I cinghiali tedeschi non sono l’unico esempio di radioattività riscontrata nell’animale: tra il 2012 e il 2013 in Valesia (provincia di Vercelli) furono ritrovate tracce di cesio 137 sulla lingua e nell’esofago di una trentina di esemplari abbattuti da cacciatori. Anche in quella occasione si pensò subito alla preoccupante eredità di Chernobyl.

Risolto il caso: non c’entra Chernobyl

Così come per il caso italiano, oggi il mistero è stato svelato e, con un pizzico di sorpresa, si è scoperto che il disastro nucleare di Chernobyl non c’entra nulla. O almeno c’entra, ma solo in parte.

Secondo una ricerca scientifica da poco pubblicata, infatti, è probabile che parte della contaminazione sia riconducibile ai numerosi test nucleari che furono effettuati nel mondo tra gli anni Cinquanta e Sessanta dello scorso secolo. Circa un quarto delle duemila bombe nucleari sperimentate in quegli anni era stato fatto esplodere nell’atmosfera, con il conseguente rilascio di particelle radioattive finite a grande distanza e cadute poi al suolo.

Per lungo tempo la spiegazione di Chernobyl aveva convinto la maggior parte dei gruppi di ricerca: tra chi riteneva che non si potesse addossare tutta la responsabilità a quell’incidente c’è Bin Feng. In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology, il gruppo di ricerca ha concluso che tutti i casi osservati contenevano cesio radioattivo proveniente sia da Chernobyl, sia da detonazioni nucleari.

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