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BUONO A SAPERSI 16 APRILE 2022

Che cos'è una guerra ibrida

I progetti di Putin rispetto alla guerra in Ucraina sono stati in poco tempo disattesi. Un conflitto lampo si sta protraendo più del previsto, e le conseguenze economiche e politiche non sono quelle che aveva immaginato. Se Svezia e Finlandia – come hanno più volte dichiarato – entrassero davvero nella Nato, il Cremlino minaccia di iniziare una guerra ibrida. Non solo nei confronti dei Paesi scandinavi, ma dell’Unione europea e degli Stati membri dell’Alleanza atlantica.

L’adesione dei due Paesi avrebbe conseguenze geopolitiche importanti: secondo il politologo Ian Brammer sarebbe “una sconfitta per Putin” che aveva iniziato la sua “operazione militare speciale” in Ucraina proprio come risposta anti-atlantica. Inoltre, si vedrebbe accerchiato e potrebbe decidere di ampliare il conflitto. Quello della hybrid warfare “è un terreno sul quale i russi si muovono da tempo e mi aspetto un’escalation. E poi attenzione alle proxy war, le guerre per procura. Mosca potrebbe installare basi nell’emisfero occidentale, in Venezuela o a Cuba”, ha dichiarato Brammer.

Cosa si intende per guerra ibrida

Con una guerra ibrida, non si intende solo il conflitto militare, ma darebbe il via ad atti di spionaggio, disinformazione e cyberattacchi. È caratterizzata da un avversario atipico, fluido e complicato da decifrare, può essere statale o meno (quest’ultimo è il caso delle guerre in Libano e in Siria).

Cambia e si adatta velocemente con tecnologie avanzate e altamente distruttive. I droni da guerra aerei, i missili guidati a distanza, gli attacchi hacker sono alcuni esempi di combattimento durante una guerra ibrida. Si opta per tattiche e formazioni irregolari, atti terroristici e criminali. Non è raro che le azioni siano clandestine e che si cerchi di non avere attribuzioni specifiche attraverso una strategia unificata (come avviene nello Stato islamico).

Non sono da sottovalutare le armi comunicative e la propaganda. Non a caso nella guerra in Ucraina si parla di social made in Russia che sostituiscono i tradizionali per attuare un’operazione di isolamento culturale e informativo. Una guerra del genere si combatte su tre diversi campi di battaglia: quello convenzionale degli attacchi armati, la popolazione che abita la zona di conflitto e la comunità internazionale.

Si tratta di una strategia militare che è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la contrapposizione di URSS e Stati Uniti. Non trattandosi di un conflitto tradizionale, i confini sono sfumati e irregolari. Si traduce nella diffusione di fake news mirate all’indebolimento dei Paesi nemici, è una guerra diplomatica che si basa su battaglie legali e interventi elettorali stranieri. Nel caso della di Russia e Ucraina, si parla anche di “dottrina Gerasimov”, che si basa su un mix di diplomazia, pressione economica e politica e altri attacchi che esulano da quelli militari.

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