Nelle profondità delle fumarole vulcaniche vicino alla costa dell’isola di Vulcano, in Sicilia, un team di ricercatori ha scoperto un nuovo ceppo di cianobatteri, potenzialmente in grado di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Questo cianobatterio, denominato UTEX 3222 è soprannominato affettuosamente “Chonkus” per la sua impressionante crescita in presenza di CO₂, si distingue per le sue caratteristiche uniche che potrebbero renderlo prezioso per la cattura del biossido di carbonio e la biofabbricazione.
L’importante scoperta di Chonkus in Sicilia
La scoperta del cianobatterio Chonkus nelle acque vulcaniche dell’isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia, rappresenta un passo significativo nella ricerca scientifica perché potrebbe comportare una soluzione naturale per contrastare il cambiamento climatico.
Il batterio marino, isolato da un team internazionale di ricercatori del Weill Cornell Medical College, l’MIT e della Colorado State University in collaborazione con l’Università di Palermo, ha mostrato caratteristiche uniche che lo rendono un possibile alleato per la cattura del carbonio in eccesso nell’atmosfera terrestre.
La sua capacità di prosperare in ambienti ad alta concentrazione di CO₂ e di crescere a una velocità straordinaria ha attirato l’attenzione della comunità scientifica.
Il ceppo Chonkus infatti ha dimostrato, durante gli studi in laboratorio, che è in grado di raddoppiare le dimensioni della colonia in poco più di due ore. Questo grazie a determinate condizioni di luce e di temperatura.
Il cianobatterio per la decarbonizzazione
L’unicità di Chonkus non risiede solo nella sua velocità di crescita, ma anche nella sua capacità di catturare e stoccare carbonio in modo efficiente. Questo ceppo di cianobatteri infatti non solo produce colonie più grandi rispetto ad altri batteri del mare a crescita rapida attualmente conosciuti, ma tende anche a sedimentarsi sul fondo del mare, formando una biomassa concentrata una volta fatto il carico di CO2
Questo comportamento risulta particolarmente utile in ambito industriale: la raccolta e l’essiccazione della biomassa infatti sono fasi molto dispendiose e durante i processi di bioproduzione rappresentano circa il 15 e il 30% dei costi totali.
La facilità con cui questi cianobatteri si concentrano sul fondo del mare può ridurre significativamente queste spese.
L’interesse verso Chonkus dunque va oltre il semplice isolamento del ceppo: la sua capacità di assorbire CO₂ in grande quantità potrebbe essere sfruttata per lo sviluppo di tecnologie di sequestro del carbonio.
Inoltre, la grade capacità di adattamento e la facilità di coltivazione lo rendono un candidato ideale per applicazioni in ambito ambientale e industriale. Studi futuri mireranno a esplorare ulteriormente il potenziale di Chonkus, valutando in primis la possibilità di utilizzarlo per la biofabbricazione e come strumento nella lotta contro l’accumulo di gas serra.
Il nostro Pese con questa scoperta, e in particolare le fumarole dell’isola di Vulcano, si confermano una risorsa preziosa per la ricerca scientifica, offrendo nuove speranze e soluzioni naturali per mitigare gli effetti del cambiamento climatico su scala globale.