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CONSIGLI 30 AGOSTO 2023

Stop ai tutor in autostrada, ma attenzione agli autovelox

Chiedete a dieci automobilisti cosa maggiormente detestano e almeno otto di loro metteranno ai primi posti tutor e autovelox.

Nessuno li ama e non potrebbe essere altrimenti: la prevenzione, laddove si parla di scarsa propensione alla disciplina in quanto a Codice della Strada, passa attraverso la “punizione”, con multe talvolta anche molto salate che ricordano agli automobilisti non stanno gareggiando in pista.

La notizia della sospensione dei tutor autostradali potrebbe, pertanto, far felici molti di loro. Il loro spegnimento è però una misura temporanea e motivata dai numerosi cantieri che interessano la rete autostradale italiana, con l’impossibilità di gestire i limiti di velocità in continuo cambiamento proprio a causa dei lavori in corso.

Lo stop dei sistemi di rilevamento della velocità media riguarda in particolare la A6 (Torino-Savona), la A7 (Milano-Genova) e la A26 (Genova-Gravellona Toce).

Ma gli automobilisti poco propensi a rispettare i limiti hanno poco da esultare: come dichiarano fonti della Polizia Stradale al Corriere della Sera “sulle suddette autostrade la Polizia Stradale sta comunque svolgendo servizi di controllo della velocità istantanea attraverso apparecchiature di rilevazione mobili. Una volta completati i lavori, con la rimozione dei cantieri, sarà possibile ripristinare i controlli della velocità media con il sistema tutor”.

L’estate 2023 ha fatto registrare un incremento degli autovelox, installati soprattutto lungo le direttrici battute dai vacanzieri durante l’esodo estivo e a ridosso dei cantieri. La riattivazione dei tutor potrebbe invece avvenire, almeno su alcuni tratti interessati, già entro la fine del 2023.

Come funziona il sistema tutor e che differenze ci sono con gli autovelox

Il tutor è un sistema introdotto su buona parte delle autostrade italiane a partire dal 2004 e ha segnato una rivoluzione nel modo di fare prevenzione sulla rete.

Sviluppato da Autostrade per l’Italia e omologato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il tutor è stato progressivamente installato lungo tutte le tratte caratterizzate da tassi di mortalità superiori alla media, con una riduzione degli incidenti mortali del 51%, solo nel corso del primo anno dalla sua introduzione.

È un concetto molto diverso dal funzionamento dell’autovelox, il quale rileva la velocità istantanea dei veicoli, valutando sull’immediato se l’automobilista sta rispettando o meno i limiti.

Il tutor, invece, sfrutta i portali di ingresso, dove viene rilevato il momento di attraversamento, e il tempo impiegato dalla stessa automobile per giungere al portale successivo. Viene, pertanto, calcolata la velocità media dell’automobile in quel tratto: se rientra nei limiti previsti, i dati registrati dal sistema vengono immediatamente eliminati, in caso contrario si può incappare in una sanzione.

I falsi miti sul tutor: attenzione a non cascarci, si rischiano multe salate

In un ventennio di attività dei tutor sono nati svariati falsi miti su come eludere il controllo dell’occhio elettronico. Idee fantasiose, che ricordano il celeberrimo falso mito dei compact disc, il quale riguardava però gli autovelox: un disco sulla vettura sarebbe dovuto servire per disturbare il laser e impedire il rilevamento della velocità.

Allo stesso modo, le credenze sul tutor rischiano di fare male al portafogli. Molti pensano il tutor sia attivo solo se indicato dai pannelli luminosi. Non c’è nulla di più sbagliato, in quanto non è prescritta la presenza dei pannelli con messaggi variabili per indicare che sia in funzione.

Un’altra leggenda metropolitana afferma che esistano dispositivi di rilevamento radar o in radiofrequenza che consentirebbero di intercettare i portali operativi. Una fake news bella e buona, come le presunte segnalazioni rintracciabili sul web.

Per molti automobilisti attraversare un portale a cavallo di due corsie permette di non essere registrati dal sistema. In realtà questa soluzione non elude la lettura, perché il sistema sfrutta l’induzione elettromagnetica tramite le spire nell’asfalto, quindi le telecamere si attivano comunque. Allo stesso modo, anche la corsia d’emergenza è sempre sorvegliata

Qualcuno pensa che sfrecciare a velocità folli possa impedire all’occhio elettronico di “vedere” l’automobile: peccato (per loro) che il sistema è in grado di rilevare attraversamenti ben oltre i 300 km/h. Infine, il tutor interviene anche se la targa non è leggibile: il sistema rileva, oltre alla targa, anche altri elementi distintivi del veicolo.

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