La crisi russo-ucraina sta frenando ulteriormente il mercato europeo dell’auto. Ciò è dovuto in parte alla riduzione del poter e d’acquisto dei consumatori, ma anche e soprattutto
alla carenza di componenti. I produttori tedeschi faticano a sostituire i cablaggi prodotti in Ucraina e costruire nuovi canali di approvvigionamento. A ciò si aggiunge la strutturale carenza di microprocessori per effetto dell’accresciuta domanda globale di chip. Questo scenario ha indotto la multinazionale Stellantis, di proprietà della famiglia Agnelli, a bloccare per 9 giorni la produzione nel maggiore impianto, quello di Melfi. I dati delle immatricolazioni in Europa sono i peggiori di sempre. L’Italia è fanalino di coda con un crollo del 22,6% sull’anno precedente. A febbraio sono state immatricolate nel Vecchio Continente poco più di 804 mila vetture.